Dormire in quota: più di 30 letti a castello e a soppalco per le camerette preferite dai ragazzi!

Dormire in quota: più di 30 letti a castello e a soppalco per le camerette preferite dai ragazzi!

    • A misura di “ragazzi”
    • Il doppio letto a castello
    • Per un solo figlio
    • Il letto rialzato
    • Se si è in tre
    • I letti sovrapposti “scorrevoli”
    • Il soppalco angolare
    • Il soppalco lineare
    • Il soppalco con armadio angolare
    • Il soppalco angolare semplice
    • Il letto a castello a scorrimento frontale
    • Il letto a castello “tradizionale” con cabina
    • Il letto a castello “a scomparsa”
    • Il letto a castello “da grandi”
    • Il soppalco lineare che sfrutta anche l’angolo
    • Il soppalco scorrevole con scaletta nascosta e zona studio inferiore
    • Il soppalco tre in uno
    • Il letto “misto”, a castello e a soppalco
    • Il letto a castello vuoto sotto
    • Il letto a castello ribassato
    • L’isola personale
    • Il soppalco ribassato angolare
    • Il letto a castello altissimo
    • Le camerette per tutti

    cameretta-a-misura-di-ragazziLa cameretta, lo abbiamo detto tante volte, è probabilmente la stanza della casa più difficile da arredare dopo la cucina. I motivi della sua problematica sistemazione sono facili da individuare: stanze quasi sempre di dimensioni contenute, poli-funzionalità degli ambienti “cameretta”, che vengono utilizzati sia durante il giorno che durante la notte e soprattutto, una grande necessità di risolvere esigenze che variano con l’età e con il numero degli utilizzatori. Insomma una gran somma di difficoltà che però sono facilmente superabili, specie quando ci si rivolge a dei veri professionisti dell’arredo. Sì perché forse non tutti sanno che in Italia è possibile trovare grandi “eccellenze” in questo campo. E’ infatti nel nostro paese che si è sviluppata fin dagli anni ’70 una vera e propria cultura progettuale specifica per il mondo della cameretta da ragazzi, che non è presente in egual misura in nessun altro posto del mondo e che tutti, di conseguenza, ci invidiano. Questa “specializzazione” del tutto italiana si è inizialmente dovuta allo sviluppo industriale di alcune gamme di prodotto d’arredo, a cui si è arrivati grazie a numerose aziende (prima brianzole, poi anche venete, romagnole e marchigiane) che, da sempre hanno puntato la loro produzione verso un’industrializzazione ottimale dei “mobili componibili da Cameretta”. Per merito di queste aziende e dei loro designer, si sono venuti a creare in Italia dei grandi indotti produttivi che ancora oggi, anche a distanza di tanti anni, riescono a primeggiare nel mondo dell’arredo proprio grazie alle loro continua innovazione ed alla loro capacità progettuali ed industriali. Sono queste aziende che consentono ai progettisti di tutto il mondo di ideare arredi, anche molto complessi, capaci di risolvere qualsiasi problema di allestimento, specie quando si tratta di camerette da ragazzi.

    Il tutto nasce infatti quasi sempre, dalla necessità di risolvere esigenze specifiche di spazio e di uso che, anche nel caso delle camerette, vengono risolte grazie ad “intuizioni speciali” o a soluzioni innovative. Del resto, quando si parla di giovani, la parola “innovazione” non può che essere la più naturale da usare, ed è proprio questo caso del tipo di arredo che andremo in queste pagine ad illustrare ed approfondire.

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    A misura di “ragazzi”

    Pensiamoci un attimo: la cameretta è l’unica stanza della casa fatta tutta per “loro”. E’ la stanza dove dormono, dove studiano, dove passano il tempo libero, dove giocano e quella in cui ripongono i loro più intimi e innocenti segreti. Per questo motivo le proposte d’arredo disponibili in questo campo sono così variegate e molteplici. Si tratta in pratica di sintetizzare in un’unica stanza progetti ed arredi capaci di accontentare il gusto dei più piccoli, abbinandoli però alle esigenze dei più grandi. Se infatti può essere opportuno lasciare ai ragazzi la scelta del modello e del colore preferito per la propria cameretta, è senz’altro altrettanto importante un giudizio ben ponderato di un adulto, quando si parla di volumi e di elementi d’arredo da inserire in stanza. La cameretta d’altronde è un acquisto importante per una famiglia e, visto che accompagnerà presumibilmente la vita dei suoi utilizzatori per molto tempo, è importante che essa sia studiata prendendo in considerazione tutte le variabili che possono influire nella scelta. Fra queste, senza dubbio, quelle preponderanti sono principalmente due: il gusto dei ragazzi che dovranno abitare la cameretta e le misure di cui dispone la stanza; è proprio per questi due motivi che da almeno una trentina d’anni le camerette dotate di letti a castello o a soppalco sono assolutamente fra le preferite. Il perché è facile da intuire se si pensa alle dimensioni medie odierne delle stanze dei ragazzi in cui, molto spesso, la possibilità di “elevare” in qualche modo un posto letto, permette un utilizzo talvolta “raddoppiato” dello spazio sottostante. Oltre a questo, c’è da dire che esiste una naturale attrattiva dei ragazzi verso questo originale tipo di composizione, la quale, riesce a soddisfare pienamente anche quella dimensione in qualche modo “ludica” che i più giovani possiedono dentro sè, anche quando si tratta di scegliere la propria cameretta. D’altra parte come sarebbe possibile non vedere per loro il “magico castello” che può celarsi dietro un letto a soppalco o la fantastica “piattaforma di lancio” che è facile trovare sopra al materasso di un letto scorrevole rialzato? Partendo dunque da questi presupposti, cerchiamo di esaminare con attenzione tutte le composizioni che è possibile individuare a proposito di questo tipo di cameretta, facendo attenzione ad evidenziarne adeguatamente le peculiari caratteristiche e cercando di capire singolarmente a quali situazioni si adattano in maniera maggiore.

     

    il-doppio-letto-a-castelloIl doppio letto a castello

    Il letto a castello, come abbiamo appena visto, può suscitare un enorme fascino su bambini ed adolescenti, ma quando si ha a che fare con problemi di carenza di spazio e di affollamento di figli, esso può davvero rivelarsi un ausilio indispensabile per la famiglia. Quella fotografata, ad esempio, è una delle soluzioni più utilizzate per chi deve far dormire 4 bimbi in una sola cameretta. Si tratta in pratica di due letti “a castello” accoppiati e uniti da una piccola rampa di scale da cui è possibile accedere abbastanza comodamente ai due letti superiori. In questo caso specifico l’accesso avviene attraverso un’apposita apertura situata alla base delle due pediere, le quali, poste a fianco della scaletta, permettono un ingresso a letto piuttosto comodo. Questa soluzione in effetti può sembrare poco pratica ma se costruita con altezze adeguate, anche considerando attentamente il fattore “sicurezza”, essa può davvero rappresentare un’ancora di salvezza per le famiglie più numerose. Il mobile qui mostrato infatti ha delle dimensioni di per sè abbastanza contenute (misura circa 450 cm in larghezza e solo 90 in profondità) e può per questo essere inserito in quasi tutte le camere che abbiamo una lunghezza sufficiente a contenerlo almeno in una parete. Questa composizione, ovviamente, necessita di essere completata con un comodo armadio guardaroba ed un’ampia scrivania ma uno sfruttamento dello spazio in verticale così accentuato potrà senz’altro consentire ulteriori inserimenti nella stessa stanza senza dover fare eccessivi sforzi progettuali. In questo specifico caso comunque, non è da sottovalutare la possibilità che i letti a castello offrono, ovvero di utilizzare diversamente lo spazio relativo ai letti inferiori, quelli poggiati a terra. Al posto di quest’ultimi infatti, possono essere posizionati in alternativa sia delle ampie scrivanie che dei capienti armadi; tale disposizione può andare certamente a incidere sul numero di posti letto disponibili ma può rappresentare un grande vantaggio per chi ha bisogno di ottenere dei volumi contenitivi o dei luoghi studio in stanze molto piccole o che non consentono altri tipi di sfruttamento.

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    letto-a-castello-per-un-solo-figlioPer un solo figlio

    Quest’ultimo è proprio il caso appena descritto sopra. Si tratta infatti di un utilizzo “diverso” del letto a castello normale che rende particolarmente interessante questo tipo di soluzione anche a chi ha bisogno di un solo posto letto. In quest’esempio è possibile notare come, con un’adeguata progettazione, sia possibile inventare spazi anche dove non ci sono. Si tratta in pratica di “riempire” in maniera differente il vuoto inferiore lasciato libero dal secondo letto, quello a terra, che in questo caso non viene ovviamente inserito. In tale composizione si è ad esempio optato per una soluzione contenitiva che abbina a tre capientissime ante (coprono dei vani armadio che sono profondi ben 85 cm!) un’ampia libreria a giorno. Una cameretta che nella pratica non avrebbe bisogno di nient’altro che di una scrivania per essere già completa e che dunque può essere contenuta in stanze anche veramente minuscole. Il letto contenitore della foto misura soltanto 200 cm per 90 ed è alto circa 160 cm; con queste sue minute dimensioni può essere alloggiato in stanze inferiori ai 9 metri quadri anche grazie al fatto che, oltre alla tradizionale scaletta con gradini apribili contenitori, è possibile attrezzarla con una meno ingombrante ma più scomoda “scala a pioli”.

    Questi mobili hanno spesso una finitura in laminato o melamina che offre il massimo della praticità e della resistenza, consentendo nel contempo un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inoltre sono disponibili in una grande varietà di colori e di essenze che simulano perfettamente i legni naturali. Esistono anche in versione “laccata”, un tipo di finitura molto bella esteticamente che però, essendo ottenuta tramite vernici, risulta un po’ delicata e deve essere necessariamente realizzata con prodotti all’acqua. Per quanto riguarda la struttura, in genere, questa tipologia di cameretta, come in genere tutte le altre, viene costruita utilizzando pannelli di truciolare rivestito: la loro certificazione in “Classe E1” garantisce la minima emissione di formaldeide e rende i relativi prodotti perfettamente consoni ad essere utilizzati anche dai bambini.

    In merito alla disposizione specifica di questo tipo di cameretta, qualcuno potrebbe “storcere il naso” nel pensare di dover per forza rinunciare alla comodità di “rifare” un letto a terra per inserirne uno in alto a cui, oltretutto, si accede solo tramite la scaletta laterale. Proprio per risolvere anche questo piccolo dilemma di praticità, sono stati inventati i cosiddetti “letti a castello con ribalta” che, proprio come si nota dalla foto, tramite un meccanismo estraibile e ribaltabile, consentono di rifare perfettamente il letto superiore direttamente stando a terra e non montandoci sopra. Si tratta di soluzioni innovative che, pur portando appena più in alto il prezzo del “castello”, migliorano effettivamente la vita di chi deve utilizzarlo o di chi si deve occupare dei piccoli utilizzatori. Il loro costo varia a seconda dei modelli dai 400 ai 700 euro e sono garantiti per supportare anche materassi di peso notevole, come quelli in lattice o in Waterfoam.

     

    il-letto-a-castello-rialzatoIl letto “rialzato”

    Da un po’ di tempo a questa parte, esistono in commercio delle soluzioni con letti “rialzati” che ricordano in tutto e per tutto le linee dei più importanti letti a castello tradizionali ma possiedono un’altezza molto inferiore. Vengono principalmente utilizzati quando non vogliono far dormire i bimbi troppo in alto (è bene infatti ricordare a tal proposito che, prima dei 4/5 anni, sarebbe inopportuno far dormire un bimbo nel letto superiore di un “castello”), oppure quando si vuole usufruire di un secondo letto, (magari non da utilizzarsi tutti i giorni), ma che può risultare particolarmente utile quando si hanno da ospitare di frequente cuginetti o amici. Quello fotografato, è un esempio di come questo tipo così originale di letto possa risultare utile anche quando si desideri sfruttare lo spazio in altezza (in particolare quello sopra al letto, appunto) per potervi posizionare dei comodi contenitori ad armadio. La cameretta qui fotografata è infatti composta da due elementi laterali a due ante, larghi ciascuno 90 cm, e da un “ponte” centrale che proprio grazie alla ridotta altezza del letto a castello, può contenere 4 ante alte ben 90 cm! Insomma, un bel concentrato di spazio, sempre comodissimo (non richiede infatti scale) e sempre pronto all’uso con un semplice gesto. Il trucco di questo tipo di letto sta infatti nelle ruote di cui sono dotati i posti letto e che si intravedono in basso nella foto. A differenza di un letto a castello tradizionale essi sono separati uno dall’altro e possiedono alla loro base dei piccoli scorrimenti unidirezionali che permettono di tirar fuori il letto inferiore (oppure quello superiore… è del tutto indifferente) in modo da potersi coricare in entrambi senza alcun problema. L’occupazione dello spazio in questo caso specifico quindi, varia a seconda che il letto rimanga in posizione aperta o chiusa. Quando l’insieme è “raggruppato”, la misura complessiva del mobile si aggira intorno a 400 cm di larghezza ed ai 90 cm di profondità; quando invece entrambi i letti sono in posizione d’uso, la profondità come minimo raddoppia (diventa dunque 180 cm) ma può diventare anche superiore ai 220 cm qualora si pretenda di lasciare un piccolo corridoio di spazio fra i due letti.

    I modelli disponibili per i letti a castello ribassati sono molteplici e prevedono tutti delle particolarità stilistiche che li rendono unici. Ve ne sono ad esempio alcuni che integrano una fila di cassetti in basso (come quello della foto), mentre ve ne sono poi altri che prevedono degli ampi piani scrittoi estraibili, posti nello spazio che rimane in altezza fra i due letti sovrapposti. In ogni caso, per poter operare una scelta oculata, è opportuno considerare tutti i vari aspetti dimensionali che questo tipo di soluzione prevede, rapportando il tutto con la frequenza di utilizzo dei due letti in contemporanea e dello spazio che essi occupano durante la notte se vi dormono due persone. Sarebbe infatti piuttosto spiacevole che il letto inferiore, una volta estratto, occupasse tutto lo spazio disponibile impedendo alle persone di alzarsi comodamente, anche solo per recarsi al bagno. Si tratta di uno di quei casi in cui solo il consiglio di un esperto può aiutare a valutare i pro e i contro delle soluzioni prospettate e indirizzare meglio le scelte verso le composizioni di cameretta più adatte per ogni specifica stanza.

     

    letto-a-castello-per-tre-bambiniSe si è in tre

    Quando la famiglia continua ad aumentare o nel caso i figli siano abituati ad ospitare spesso degli amici, capita di aver bisogno di soluzioni con tre posti letto. L’ampia disponibilità di moduli e attrezzature permette in una cameretta di privilegiare lo spazio per contenere, per  studiare o per dormire, a seconda della forma e delle dimensioni disponibili. Anche quando si è in tre il letto a castello ribassato può infatti risultare di grande aiuto. La versione qui fotografata, mostra bene come lo spazio in basso sia servito per posizionarci addirittura un terzo letto, a differenza dell’esempio precedente in cui il medesimo spazio era stato sfruttato per cassetti. Sono di certo situazioni che possono risultare particolarmente utili in caso dell’arrivo di ospiti ma che in realtà consentono anche di poter contare su di un letto da utilizzare all’arrivo di un terzo figlio, magari inaspettato. Il funzionamento è esattamente lo stesso del letto che abbiamo descritto nel precedente paragrafo ma in questo caso la problematica relativa alla profondità necessaria per l’apertura è amplificata, in quanto per poter utilizzare tutti e tre i letti è necessario avere frontalmente ad essi uno spazio almeno profondo altri due metri. La tipologia del letto in questione si adatta dunque particolarmente bene in quelle stanze di forma pressoché quadrata, in cui larghezza e la profondità quasi si eguagliano e si possono sfruttare senza avere problemi di ingombri. L’ideale in pratica, sarebbe poter contare su di una stanza che abbia le dimensioni pressappoco di una “matrimoniale” ed in cui ci siano a disposizione almeno due pareti libere piuttosto grandi. D’altronde più la camera è spaziosa meglio è, soprattutto se condivisa da più persone. Nelle nuove costruzioni e in caso di ristrutturazione, nella maggior parte dei casi è previsto che la camera “singola” sia almeno di 9 mq. Questa dimensione è comunque uno spazio adatto a due bambini mentre uno solo dovrebbe averne almeno a disposizione 6. Si tratta di misure di riferimento che consentono di godere di un ambiente accogliente per le attività quotidiane come giocare, studiare, vestirsi (oltre a dormire) e che nel caso delle famiglie con tre figli ci portano a considerare come “minima” la dimensione di 15 mq di superficie, necessaria per alloggiarvi tre ragazzi. Tale superficie però, qualora fosse perennemente occupata da tre letti della misura di 2 metri quadri ciascuno, sarebbe quasi per metà già impegnata per i soli letti ed è in casi come questi che le soluzioni particolari come i letti a castello ribassati, possono rendersi particolarmente utili.

     

    letti-sovrapposti-scorrevoliI letti sovrapposti “scorrevoli”

    Ed eccoci finalmente a parlare proprio di una di quelle tipologie di mobile che grazie alle loro caratteristiche di innovazione hanno reso l’Italia il paese leader mondiale nella produzione di mobili da cameretta.

    Si tratta in pratica di una costruzione che prevede l’istallazione di due o tre solidi binari a muro, sui quali è possibile far scorrere agevolmente i letti (o, come si vede dalla foto, anche altri elementi d’arredo come le scrivanie) allo scopo di variare lo spazio che essi occupano. Il principio è abbastanza semplice: scorrendo i diversi complementi è possibile ad esempio tenerli raggruppati tutti insieme in un unico spazio di circa 200 cm per 90 quando non vengono utilizzati, oppure disporne uno o più di uno in maniera diversa in modo da renderne facile l’uso. Di per sè la progettazione di queste camerette non richiede particolare estro; del resto si tratta solo di considerare uno spazio sufficiente di parete dove applicare i binari, in modo che esso sia perfettamente rapportato allo spazio necessario per l’apertura e l’uso dei singoli elementi che scorrono. La cosa un po’ più complicata da considerare è la quantità di possibilità di sfruttamento dello spazio, che il risparmio di spazio a terra ottenibile con questa sorta di “raggruppamento” consente. Questo fotografato infatti, non è solo un piccolo esempio di tutto quanto è possibile fare: come si vede, la parete dove i letti e la scrivania vengono richiusi, in posizione di inutilizzo, permette di poter essere utilizzata per un grandissimo (enorme, sarebbe forse la parola più giusta) armadio a ponte. Mentre invece, la lunghezza della stanza permette l’inserimento addirittura anche di una piccola libreria a muro. Non è raro poi ideare composizioni a ponte “angolari” che prevedano lo sfruttamento “ad uso armadio” anche della parete, in questo caso vuota, posta sopra ai binari.

    Il vantaggio più evidente di questa composizione è però senza dubbio un altro. I bimbi infatti, non dimentichiamolo mai, hanno bisogno di spazio: spazio per giocare, spazio per fare i compiti ecc. Specie quando sono molto piccoli, quello che amano più fare è mettersi a giocare a terra, magari sopra ad un robusto e pulito tappeto su cui sgambettare scalzi e felici. Questo spazio, ideale per loro, non sarebbe possibile da ottenere se, ad ingombrare una stanza già piccola di per sè, ci fossero anche due letti ed una scrivania. Ecco che quindi questo tipo di soluzione viene proprio in aiuto di quelle famiglie che, pur dotate di camerette non troppo grandi, vogliono permettere ai loro bimbi piccoli di poter scorrazzare in libertà sul tappetone della loro stanza. Quando saranno grandi e le esigenze cambieranno, magari i letti permarranno posizionati al centro stanza e la scrivania ricolma di libri, non potrà essere più contenuta nel mezzo ai due letti in posizione raggruppata. Ma questo poco importa, a quel punto la necessità di giocare a terra sarà cessata e saranno gli spazi più alti quelli più necessari da utilizzare. Dunque, una tipologia di arredi dunque altamente evoluta e capace di prevedere e soddisfare esigenze attuali e future… Senza dubbio, il meglio del meglio!

     

    il-letto-a-soppalco-angolareIl soppalco angolare

    Le camerette, come del resto tutte le stanze, non sono mai una uguale ad un altra. Questo comporta il problema di dover opportunamente immaginare specifici arredi per determinate stanze. Ci sono poi le cosiddette varianti “funzionali”, quelle per intendersi che, indipendentemente dalle fattezze della stanza, sono determinate dalle necessità specifiche di coloro che abitano quegli ambienti. Quando ad esempio ci si trova in stanze in cui si hanno a disposizione due pareti contigue formanti un angolo, si presenta sempre il problema di individuare quale sia la più conveniente forma di sfruttamento dello spazio. Da qualche decennio a questa parte esiste una tipologia di mobile che permette un uso pressoché perfetto per quelle famiglie che, potendo disporre di un angolo, hanno il bisogno di farvi dormire due bimbi. E’ il caso proprio dei cosiddetti “soppalchi angolari” che, essendo nella pratica dei letti a castello posti non in posizione esattamente sovrapposta ma bensì sfalzata perpendicolarmente, riescono a creare degli spazi laterali che sarebbero difficilissimi da ottenere in modo diverso. Tant’è vero che questo tipo specifico di cameretta è diventata in breve una delle preferite dalle famiglie e dai bimbi stessi. I grandi infatti, vedono in essi la soluzione a molti problemi di arredamento che si possono trovare in stanze di dimensioni contenute come sono appunto le camerette. I bimbi vi ritrovano invece una sorta di “luogo dei giochi” che fa loro immaginare spazi magici e divertenti. I letti a soppalco angolari hanno però soprattutto ben altri vantaggi. Essi sono molto comodi e quando è possibile dotarli di scalette laterali a gradini (come quello in foto) risolvono brillantemente il problema di come poter “rifare” il letto superiore. Essi sono poi estremamente versatili e permettono di essere progettati in almeno una decina di differenti comparizioni. Ve ne sono di quelli che prevedono l’inserimento di ante armadio lateralmente al letto superiore (come nella foto). Ve ne sono con la possibilità di posizionarvi sotto un letto che può essere messo sia parallelamente che perpendicolarmente al letto superiore. Ve ne sono della tipologia che possiede il fianco laterale aperto (come nella foto), chiuso, oppure dotato di una piccola finestrella. Ve ne sono poi di quelli che al posto del letto inferiore possono contenere una scrivania oppure un grandissimo armadio. Insomma, una infinità di possibili soluzioni che permettono a chiunque di poter contare su spazi inimmaginabili dotati, di tantissimi vantaggi pratici ed estetici.

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    il-letto-a-soppalco-lineareIl soppalco lineare

    Diretta emanazione del più classico “letto a castello”, il soppalco lineare possiede il numero più alto di vantaggi per chi necessità di avere al contempo sia spazio interno agli armadi, che un valido alloggio per due o addirittura tre letti. La sua costruzione prevede in pratica uno sfalsamento della posizione del letto superiore del castello classico che ha lo scopo di creare uno spazio laterale al letto, tale da posizionarci una armadio a una o due ante, diminuendo però anche enormemente l’ingombro visivo a cui è costretto necessariamente chi dorme nel letto inferiore di un letto a castello. Il letto a soppalco lineare è preferito infatti proprio per la sua caratteristica peculiare di luminosità e di basso impatto estetico. In questo tipo di composizione, gli ingombri si intersecano con regolarità creando dei piacevoli giochi di spazio in cui i vuoti ed i pieni si susseguono in modo ineccepibile. E’ difficile che una cameretta a soppalco non piaccia. E’ amata dai piccoli per le sue caratteristiche ludico funzionali e piace ai grandi per gli indiscutibili vantaggi in termini di spazio interno ed esterno al mobile. Andiamo allora ad esaminarla e cerchiamo di comprenderne fino in fondo le caratteristiche più importanti. Innanzitutto le dimensioni: nato per sfruttare le pareti dritte, questo mobile ha infatti delle misure molto contenute che possono variare per la zona letti addirittura dai soli 250 cm fino ad un massimo di 350 cm, a seconda delle ante di armadio di cui è necessario corredarlo. Ad esempio, la composizione fotografata è composta accostando un elemento soppalco da 250 cm ad un armadio contenitore a due ante da 120 cm. Ciò porta ad una misura totale pari a circa 370 cm e permette dunque di essere tranquillamente inserito in una stanza di dimensioni pari o appena superiori ai 9 metri quadrati, in cui alla parete prospiciente potrà essere anche appoggiata un’ampia scrivania. Alla misura totale che si decide sfruttare con l’armadio completo di letto a soppalco, è poi necessario eventualmente aggiungere altri 50 cm qualora si preferisca utilizzare una scaletta a gradini (anziché quella a pioli, tipologia che non occupa spazio laterale). Il soppalco poi, essendo costruito bene o male seguendo le caratteristiche morfologiche tipiche di un letto a castello, è composto da una superficie piana (il soppalco appunto) che viene posto ad un’altezza di circa 130 e sulla quale viene poggiato il letto superiore. Questo significa che un letto a soppalco dovrà dunque necessariamente avere un’altezza totale pari a circa 150/160 cm e ciò, lo renderà quindi perfetto per le stanze di altezza minima di 270 cm. Vista l’importanza, il gradimento e la diffusione di cui questo modello di cameretta gode, è opportuno spendere qualche parola in più circa le sue caratteristiche funzionali. Il mobile nasce infatti come ideale soluzione per chi, possedendo magari una cameretta stretta e lunga, voglia coordinare al meglio gli spazi interni ed esterni al suo arredamento. A questo proposito, il dubbio che più frequentemente attanaglia chi si approccia a questo modello, sta nella difficoltà di comprendere la maniera migliore per poter accedere al letto superiore e quindi per poterlo rifare agilmente. La questione non è banale e quindi è utile approfondirne i concetti. Per prima cosa consideriamo quelli che sono i possibili accessi. Fermo restando che per accedere al piano superiore del letto è necessario prevedere una scaletta, è importante sapere che, come abbiamo detto, questa può essere del tipo a pioli (che prende uno spazio molto limitato ma che può risultare alla lunga un po’ scomoda nell’uso) oppure del tipo a gradini (ben più comoda ma molto ingombrante). Nel caso ci si trovi a dover progettare un soppalco lineare è importante però soprattutto prevedere dove questa scaletta permetta l’accesso al letto. Sì perchè per quanto riguarda l’accesso, un bimbo, sia esso piuttosto piccolo (dai 4 agli 8 anni ) oppure un po’ più grande (dai 9 ai 14), non avrà mai difficoltà a saltare prontamente sul letto superiore pur restando nei criteri della massima sicurezza a cui questo tipo di mobile deve per forza ottemperare; un discorso un po’ diverso è invece quello che riguarda chi deve occuparsi del rifacimento, della pulizia e della manutenzione quotidiana del letto. In effetti la preoccupazione circa questo aspetto è assolutamente giustificata, tant’è vero che esistono numerose soluzioni a questo problema. La più comune è quella di fornire la composizione di una scaletta a gradini posta ai piedi del letto. Attraverso di essa, tramite l’uso di una opportuna apertura posta nella pediera, sarà possibile accedere al letto superiore montandoci sopra, cosa che può risultare piuttosto scomoda quando si tratta di mettere o sistemare lenzuola o coperte. La più comoda delle soluzioni è invece quella che prevede la costruzione di un vero e proprio corridoio laterale al letto, al quale, una volta terminati i gradini, sarà possibile accedere senza problemi e che renderà particolarmente facile la sistemazione del letto superiore da parte di chiunque. Questo tipo di soluzione è però caratterizzata da un aumento notevole degli ingombri che portano il totale del mobile ad una profondità di circa 150 cm, la quale risulta spesso eccessiva sia a livello di ingombro che a livello di estetica. Un valido aiuto arriva dai letti a ribalta (di cui abbiamo parlato in un precedente capitolo) i quali, con la loro facile manovrabilità, riescono a rendersi particolarmente utili in ogni caso.

     

    il-letto-a-soppalco-con-armadio-angolareIl soppalco con armadio angolare

    Diretta emanazione della tipologia precedente, questo modello di cameretta si caratterizza per un ampissimo uso dello spazio di contenimento. L’ottimizzazione in questo senso, avviene dove possibile grazie al proseguimento della parte “armadio” della cameretta sul lato immediatamente prospiciente a quello dove risiedono i letti a soppalco. Si tratta in realtà di una soluzione di per sè abbastanza semplice: in stanze in cui si ha a disposizione una parete abbastanza lunga (sono necessari almeno 4 metri lineari) che ne abbia vicino un’altra lunga almeno 150 cm, è possibile abbinare un vero e proprio armadio ad angolo alla versione del mobile con il letto a soppalco. Questo tipo di abbinamento è quindi particolarmente adatto per quelle camerette in cui è possibile sfruttare una coppia di pareti ad angolo abbastanza ampie ma permette di avere una serie di contenitori davvero molto capienti. Infatti si tratta di una composizione molto gradita per le stanze delle ragazze (che giustamente necessitano solitamente di una maggiore disponibilità di spazio interno agli armadi) ed in quei casi in cui non sia possibile utilizzare altre pareti per posizionarvi armadi. Nella composizione fotografata, a proseguimento dell’armadio è stata addirittura inserita una grande scrivania che lascia immaginare un uso particolarmente originale della zona sotto la finestra. Non è che uno dei tantissimi esempi di composizione che è possibile ottenere con le nostre camerette che vengono sempre e comunque personalizzate e realizzate “su misura” per le stanze in cui devono trovare posto. Da notare il fatto che in una composizione del genere, essendo di solito progettata per stanze di forma semi quadrata, la posizione del letto sottostante possa variare, proponendosi sia in versione perpendicolare al letto superiore (come è nella foto in questione), sia in versione parallela ad esso. La prima variante è da preferirsi nel caso in cui i bimbi siano già sufficientemente grandi e non abbiano bisogno di molto pavimento libero per giocare e divertirsi, mentre la seconda risulta particolarmente azzeccate proprio in caso gli utilizzatori siano ancora abbastanza piccoli. Questo, come altri esempi, non fa che sottolineare quanto le camerette possano essere versatili e possano adattarsi e modificarsi col variare dell’età dei nostri bimbi. Solo le migliori camerette hanno però tali peculiari caratteristiche: le nostre sono camerette progettate, fatte ed istallate da professionisti del settore che sanno consigliare al meglio la composizione più adatta e che per questo motivo possono garantire una grande soddisfazione a chi le possiede, anche a distanza di molti anni.

     

    Ilil-letto-a-soppalco-angolare-semplice soppalco angolare semplice

    Il soppalco angolare in effetti, non è un tipo di cameretta da preferirsi solo nel caso si debba per forza inserire nello stesso spazio sia una coppia di letti che un ampio armadio. In quelle camerette in cui esiste la possibilità di alloggiare un grande armadio stagionale, infatti, non è impossibile che possa convenire destinare ad un altro angolo una composizione di letti a castello angolari. Questa possibilità infatti possiede una doppia valenza: da un lato, essa consente di raggruppare in uno spazio davvero minuto (circa due metri per due) una coppia di letti che possono godere entrambi di una discreta comodità di uso e di una grande luminosità.

    La composizione risulta nel suo insieme particolarmente elegante e leggera e permette di essere abbinata senza grossi problemi sia ad una comodissima scala a gradini (come quella della foto, che fa capolino in colore rosso fra il letto ed il muro di destra) oppure una scrivania dalle forme più svariate. La sua scelta può apparire abbastanza banale: in fin dei conti non si tratta di nient’altro che di un letto a castello “un po’ particolare” ma in realtà il suo uso prevede una serie importante di varianti che sono tutte da considerare con attenzione. Quella della foto, ad esempio, è una versione che prevede la costruzione di un fianco che, essendo formato da un solido scaffale, permette di essere utilizzato come libreria ed attrezzato attraverso una grande scrivania inserita al suo interno. Questa non è nient’altro che una delle tantissime possibilità esistenti. Le preferite sono quelle versioni che prevedono grandi aperture laterali e vani aperti che lasciano penetrare la luce anche al letto inferiore da ogni lato della struttura. Sono composizioni molto esili ed eleganti che si prestano ad ogni tipo di arredamento e ad ogni età di utilizzo. Dai più piccoli ai più grandi… senza nessun tipo di problema.

     

    letto-a-castello-a-scorrimento-frontaleIl letto a castello a scorrimento frontale

    In ogni situazione lo si intenda utilizzare, il letto a castello presenta comunque il problema di avere una certa difficoltà di accesso e di salita al letto superiore. In effetti si tratta di una caratteristica insita nel concetto stesso di “letto a castello” che in esso risiede e che per questo risulta difficile da risolvere. E’ infatti per trovare soluzione a questa problematica che son state inventate numerose tipologie di mobilia capaci di superare brillantemente ogni dubbio possa emergere a proposito. Fra queste, quella che attualmente risulta la più gradita dalla maggior parte degli utenti, è senza dubbio quella fotografata in questo esempio che, attraverso un semplice meccanismo a scorrimento in avanti, riesce a traslare il letto in maniera da crearvi lo spazio per un comodissimo corridoio retrostante. Da tale corridoio è possibile accedere facilmente al letto, è possibile rifarlo con grande comodità ed è altresì semplicissimo fare in modo che ogni movimento “notturno” risulti del tutto naturale ed agevole.

    Il meccanismo in questione si compone solitamente di due elementi salienti. Il primo è composto dalle ruote che, poste in basso, permettono ai due letti (quello superiore e quello inferiore) di scorrere in avanti senza problemi. Il secondo è invisibile ed è una sorta di ingranaggio che posizionato internamente (dunque in posizione nascosta) al letto superiore, obbliga i due letti a scorrere in maniera perfettamente parallela. Il suo uso riesce a divenire, grazie a questi accorgimenti, particolarmente banale e tale da poter essere addirittura effettuato senza grossi problemi anche da un bimbo. Vediamo di individuarne dunque le caratteristiche più importanti. Esso è principalmente un mobile molto compatto e poco invadente. Misura più o meno quanto un normale letto a castello (quindi intorno ai 210 x 90 cm) e anche quando viene abbinato alla sua naturale appendice costituita dalla scala a gradini a cui è solitamente abbinata, non misura mai più di 260 cm in lunghezza. Questa sua caratteristica gli dona quindi la possibilità di essere inserito praticamente in ogni stanza, a patto che sia disponibile frontalmente ad esso uno spazio di almeno di un metro e mezzo dato dalla somma dei 50 cm del corridoio retrostante e dagli eventuali 90 cm del letto inferiore che può essere ulteriormente facilmente estratto. La sicurezza di questi letti è massima ed è garantita dalla possibilità di corredare sia il letto inferiore che quello superiore di solide protezioni salva-persona.

     

    il-letto-a-castello-tradizionale-con-cabinaIl letto a castello “tradizionale” con cabina

    Serve una camera per due ragazzi in cui ci sia tanto armadio e moltissimo spazio studio? Nella stessa stanza di 400 x 450 cm, se si possiedono almeno tre pareti contigue abbastanza grandi da formare una “U” di dimensioni adeguate con un letto a castello ed una cabina armadio si può facilmente trovare la soluzione. Questa cameretta è infatti un vero concentrato di soluzioni geniali che non mancheranno di stimolare tante e tante idee a chi deve arredare una cameretta complessa. Innanzitutto parliamo del letto, il quale, nella sua forma sovrapposta classica detta “a castello”, consente una sfruttamento dello spazio a terra praticamente doppio. Questo della foto oltretutto è dotato di una comodissima scaletta laterale a gradini che, posta fra il letto stesso ed il muro, permette di accedere al letto superiore con la massima agilità. Il volume complessivo che si viene a creare (di circa 200 cm di lunghezza e 145 cm di profondità, poggia su di una grandissima cabina armadio (nella foto è il volume verde in fondo a destra) che, nelle sue dimensioni di 145 x 145 cm, consente la creazione di un contenitore apribile, sfruttabile e completamente accessibile pari addirittura ad una armadio a 4 ante!!! Sostituire il classico armadio con una cabina, significa infatti ottenere molto spazio per organizzare il vestiario e, soprattutto, per riporre gli innumerevoli accessori (zaini, attrezzi da palestra, borse, ecc.) che i ragazzi usano tutti i giorni e che per questo motivo necessitano di essere sempre a portata di mano. In questa composizione, accanto alla cabina, vi è poi uno spazio di 200 cm circa di parete rimanente, da cui parte un grandissimo armadio a ponte angolare (misura 220 x 220 cm) che alloggia sotto un’ampia scrivania adatta perfino ad ospitare fino a 4 persone. L’ideale per chi debba studiare insieme a dei compagni o per chi abbia necessità di riempire la scrivania con il computer e tutta la serie di “ammennicoli” che di solito lo accompagnano nelle camerette dei nostri ragazzi. Una Cameretta dunque essenzialmente votata alla comodità e al contenimento. Contenimento che si concretizza in ogni più piccolo particolare, dai gradini sfruttabili della cameretta, ai cassetti, ai posti sotto al letto; dai comodi vani che si trovano sopra la scrivania, fino alla libreria (utilissima) che è alla fine della composizione al posto del fianco terminale.

     

    il-letto-a-castello-a-scomparsaLetto a castello “a scomparsa”

    Se la stanza è piccola, come avviene purtroppo per la maggior parte delle camerette, occorre a volte inventarsi soluzioni attualmente inesistenti che ci consentano di risolvere problemi di spazio in maniera innovativa. Questo letto a castello ad esempio, attraverso un preciso e semplicissimo meccanismo a “rotazione”, permette di utilizzare nello stesso spazio sottostante un “castello”, sia una grande scrivania che un capientissimo letto. Il meccanismo infatti si ribalta e spostando la posizione del piano scrivania in basso, quasi a terra, riesce a localizzare un letto all’altezza più consona per poter essere usato. Un altro caso in cui la grande tecnologia italiana, abbinata al design, fa grande mostra di sè. In verità il suddetto “marchingegno”, funziona in maniera abbastanza “banale”, il suo vero valore sta però nella grandissima praticità di utilizzo. Il piano scrivania infatti, una volta ribaltato il letto per l’uso “notturno”, rimane perfettamente parallelo al pavimento ed al letto stesso ed esso è fatto in modo che, gli oggetti sono posizionati sul piano scrittoio (fino ad un’altezza pari a circa 30 cm), possano dunque rimanervi senza alcun problema. Insomma, il sogno di ogni ragazzo che in tal modo potrà evitare di dover per forza rimuovere i libri, il computer portatile e tutti gli altri oggetti che  sono sulla scrivania, ogni volta che vorrà andare a dormire. Tale “raggruppamento” polifunzionale che riesce a contenere in uno spazio di 200 x 90 cm due letti ed una scrivania permette un uso ottimale del resto della stanza. In questa composizione ad esempio si è optato per sfruttare lo spazio attraverso una cabina armadio ed una libreria. La cabina è infatti ideale per avere tutto in ordine e a portata di mano. Le attrezzature interne vanno scelte e posizionate in modo adatto perché i ragazzi hanno esigenze diverse dagli adulti. Le camicie e le giacche, ad esempio, sono capi di abbigliamento poco usati dai ragazzi che preferiscono magliette e felpe. Queste ultime vanno messe sui ripiani più bassi, ben distribuite ed in vista, in modo da facilitare la scelta garantendo nel contempo un certo ordine. Attenzione però: il vero vantaggio delle cabine armadio da cameretta è il vano libero che si trova in basso. Esso infatti, non presente negli armadi “normali”, nelle cabine armadio da ragazzi diventa il luogo ideale per poggiare velocemente tutti quegli accessori come borsoni e zaini, che tanto vengono usati dai nostri figli. La cassettiera della cabina armadio da cameretta dovrà avere dunque possibilmente delle ruote, in modo da poter essere posizionata dove meno produce fastidio per poggiare gli oggetti sul piano del pavimento. Essa in questo modo renderà oltretutto più agevole la pulizia e potrà contenere (ben separata dal resto) tutta la biancheria personale, come magliette, calze, calzini, slip, pigiami ecc. ecc..

    In alto invece, si dovranno prevedere dei ripiani capaci di contenere delle scatole, i cuscini, le coperte, e finalmente una serie di pali appendiabiti che, inizialmente usati solo per giubbotti, giacche e cappotti, dovranno pian piano insegnare ai ragazzi ad appendere gli abiti migliori in modo da poterli conservare sempre stirati ed in buone condizioni.

     

    il-letto-a-castello-da-grandiIl letto a castello “da grandi”

    Quando i ragazzi crescono, avere un sufficiente spazio a disposizione diventa essenziale. Lo sanno bene quei genitori che, avendo comprato una cameretta, magari anche bella, quando i bimbi erano piccoli, si ritrovano dopo “pochi” anni (in realtà sono tanti, ma sembrano pochi) a dover cambiare i letti per “sopravvenute necessità”. Del resto quando si cresce, ognuno deve poter disporre di un proprio adeguato spazio, sia quando studia che quando riposa. Per questo motivo sono stati inventati dei letti a castello che, avendo dimensioni tali da poter alloggiare materassi grandi addirittura fino a 140 cm possono egregiamente risolvere il “problema dimensionale”. E’ facile quindi capire il motivo per cui è stato necessario intentare questa morfologia di letto. I suoi criteri di costruzione sono però relativamente semplici, ma devono garantire una certa somma di qualità intrinseche indispensabili per questo tipo di letto. Innanzitutto la robustezza: è bene sottolineare che di letti a castello “da una piazza e mezza” ne esistono di tutti i prezzi e di tutti i costi. Questo significa che in verità chi ha bisogno di questi letti può contare su di un’ampia scelta. Quello che però occorre non dimenticare mai è che questi mobili, sia per il peso che devono sostenere che per la loro stessa morfologia, devono avere una robustezza assolutamente eccezionale. E’ evidente infatti che, sommando il peso medio di una persona di 80/90 chilogrammi a quello di una materasso da 120 cm, si raggiungono e si superano anche i 150 kg. Un peso che, specie a lungo andare può creare qualche problema a strutture poco solide che in breve tempo cominceranno a “cigolare” fino quasi a crollare. Ebbene, per le nostre non è così… le nostre camerette sono costruite con criteri qualitativi tali da poter durare perfettamente integre per interi decenni. La struttura fotografata in questo caso, ad esempio, è realizzata sulla base di quattro solidissimi montanti in legno massello tenuti insieme da due robusti telai paralleli al pavimento che sono predisposti per contenere i due materassi. Questi materassi possono avere dimensioni variabili dai 90 ai 150 cm e possono dunque contenere, a seconda delle dimensioni del materasso, anche un piano di appoggio ad uso “comodino”. Ciò permette di avere due materassi differenti nei due letti sovrapposti che potranno misurare ad esempio 90 x 190 cm per il letto superiore e magari 150 x 190 cm (quasi un matrimoniale) nel letto inferiore.

     

    letto-a-soppalco-lineare-che-sfrutta-angoloIl soppalco lineare che sfrutta anche l’angolo

    Un altro “castello delle meraviglie” che non mancherà di stimolare la fantasia dei più piccoli. Ai bimbi del resto piace condividere i propri spazi con qualcuno, sia esso un fratello, una sorella o degli amichetti. Nelle case moderne la soluzione ideale per dormire in due è scegliere, come abbiamo detto, un letto a castello o “a soppalco” in modo da creare nella stanza tanto spazio libero per muoversi e per poter giocare insieme. Fra le tante soluzioni presentate, questa su due piani è caratterizzata da un uso estremamente intelligente dell’angolo che consente in basso, di posizionare un letto tale da non rimane però troppo “affossato” nell’armadio tanto da ridurne la luminosità; in alto è fatta in modo da poter utilizzare un notevole armadio a ponte angolare. I vantaggi di questo tipo di composizione sono quindi notevoli. Il bimbo che dorme in basso non si sentirà  “chiuso” ed oppresso dai volumi dell’armadio perché nell’angolo viene posizionato un comodo “gavone” che, aprendosi a ribalta, diventa un ampio contenitore per giocattoli, zaini o borsoni. Chi dorme nel letto superiore potrà invece contare su di un comodo soppalco a cui accedere tramite le scalette laterali a gradini che sbarcano nei pressi di un’apposita apertura posta nella pediera del letto. A questo proposito è importante sottolineare quanto la sicurezza sia importante in queste situazioni. Non è infatti detto che i bimbi debbano per forza dormire ad un’altezza massima di 80 cm, l’importante è che essi abbiano un’età sufficiente a giudicare i pericoli dell’altezza e che il letto in alto sia protetto da adeguate barriere di sicurezza come è possibile notare in questa foto. Per ultimo, una considerazione generale sulla versatilità dei nostri prodotti: questa cameretta occupa un angolo che misura soltanto 400 cm per 230 cm. In essa è inserito tutto il necessario: una coppia di letti, una cassettiera, un grande armadio a terra doppio, un capiente armadio a ponte addirittura angolare, senza dimenticare la scaletta contenitore, la grande libreria terminale che funge da fianco e la comodissima scrivania estraibile 90 x 90 cm. Un vero concentrato di argomenti che spiegano bene come, attraverso l’ingegno e la creatività, sia possibile inventare soluzioni davvero ad ogni tipo di problema.

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    letto-a-soppalco-scorrevole-con-scaletta-nascosta-e-zona-studio-inferioreIl soppalco scorrevole con scaletta nascosta e zona studio inferiore

    …e sotto a studiare…

    Col passare degli anni e con l’evolversi dei tempi, la scrivania diventa sempre più importante. In verità il suo uso è sempre in continua evoluzione e, se fino agli anni 80 era relegata al ruolo di “scrittoio” ovvero di “spazio per fare i compiti “, essa è diventata prima alloggio per i videogiochi e la TV e successivamente luogo dello studio sul computer. Adesso, a causa dell’ampia diffusione degli Smartphone, la scrivania sta cambiando ulteriormente “pelle”, diventando piano piano un luogo di “studio condiviso” o, al contrario, di concentrazione massima e di isolamento dalle distrazioni della casa e del mondo del Web e dei Social. Ecco che per questo motivo stanno nascendo delle nuove morfologie di cameretta che tengono ben presenti queste nuove esigenze. La scrivania può essere immaginata dunque in una nicchia, onde trovarvi il massimo del raccoglimento durante lo studio ma deve essere al contempo capace di aprirsi anche ad un uso condiviso, in cui sia possibile prospettare l’arrivo di studenti ospiti o di compagni di compiti. In questo senso la cameretta qui fotografata rappresenta quasi un “must”: essa da un lato è dotata in basso di uno scrittoio ad angolo con cassettiera su ruote mentre dall’altro è corredata da un’ampia zona libreria che funge da scaletta/camminatoio per raggiungere il letto superiore. Quest’ultimo infatti, scorrendo lateralmente verso il centro della stanza, si trasla per una larghezza di circa 50 cm, in modo da lasciare scoperta questa serie di gradini che risultano molto comodi sia per accedere al materasso superiore, sia per rifare il letto in questione. Tutta la struttura viene poi completata da un armadio a ponte a due ante che poggia su di una piccola cabina armadio angolare (misura circa 100 x 100 cm e contiene il corrispondente di un armadio ad angolo normale). Ad esso è collegato una armadio a due ante che al posto del fianco, possiede un bello ed utile elemento terminale, in parte a giorno ed in parte chiuso. Una vera e propria “dichiarazione di indipendenza” che non mancherà di affascinare gli adolescenti più svegli ed evoluti.

     

    il-letto-a-soppalco-tre-in-unoIl soppalco “tre in uno”

    Di giorno, per rilassarsi e per conversare, di notte per dormire e per sognare. Progettate per chi ha tre figli, le camerette come quella fotografata rappresentano una vera ancora di salvezza per famiglie numerose. Quando infatti la “dinastia” continua ad aumentare o nel caso ci si trovi con una coppia di fratelli abituata a ospitare amici, ci sono soluzioni che in pochissimo spazio possono contenere tre posti letto. La composizione della foto, misura 230 x 270 cm e viste le sue ridottissime dimensioni può dirsi a buon titolo “un’opera architettonica” a tutti gli effetti. L’ampia disponibilità di moduli che le nostre camerette hanno, permette infatti, a seconda dei casi, di privilegiare lo spazio per contenere senza dimenticare quello per dormire. Con due letti a terra si raggiunge lo scopo di dotare la cameretta di spazi adeguati alla conversazione ed al gioco mentre il letto superiore, graditissimo dai ragazzi di tutte le età, oltre a rappresentare un’ottima soluzione per alloggiare un terzo figlio o ospite, può diventare un ulteriore spazio gioco dalla valenza inaudita. In realtà tutto è giocato intorno all’irrinunciabile necessità di avere un locale che risulti confortevole al massimo. D’altronde, specie se è condivisa da più persone, una camera, più è spaziosa meglio è… Nelle nuove costruzioni e in caso di ristrutturazione però, è previsto che una cameretta abbia una dimensione minima di nove metri quadri e questa dimensione sarebbe riferita a stanze in cui dovrebbero alloggiare al massimo due persone. Questo in teoria… in pratica avviene invece che, ovviamente, quando arriva un terzo figlio, non è che tutti possano permettersi di cambiare casa e ci si ritrovi spesso a dover fare di necessità virtù escogitando i migliori arredi possibili atti a risolvere il problema dimensionale che ci si presenta. In realtà in casi come questi sono molteplici gli aspetti da tenere in considerazione. Innanzitutto deve essere garantita comunque una sufficiente luminosità ed un adeguato rapporto di superficie finestrata. Poi è necessario tenere buon conto di quelli che sono i contenitori di cui tre persone hanno bisogno per poter riporre i propri abiti. Per ultimo è necessario che ogni ragazzo abbia una propria lampada, in modo da poter leggere anche quando gli altri vogliono dormire. Meglio per questo se le luci siano orientabili e regolabili, magari posizionabili a piacere a seconda dei casi e delle situazioni. Fino a qualche tempo fa esisteva anche un problema “televisivo” che angustiava le famiglie con tre figli in cui, per cause di forza maggiore, era possibile inserire un solo apparecchio Tv invece dei “tre” che sarebbero stati necessari per garantire la pace famigliare. Per fortuna però, l’avvento degli smartphone ha di recente egregiamente risolto il problema alla radice, tant’è vero che è sempre più raro dover cercare in cameretta l’alloggiamento per il televisore.

     

    letto-misto-a-castello-e-soppalcoIl letto “misto”, a castello e a soppalco.

    Questa composizione di cameretta di dimensioni ridotte, è costituita da armadio a ponte “semplice” con incastrato in qualche modo un letto a castello. In un solo blocco compatto, i singoli elementi sono progettati esattamente allo scopo di soddisfare una semplice esigenza di spazio: quella di coloro che devono arredare delle stanze molto piccole. Eppure, a guardar bene, nulla manca in questa composizione e nulla è stato lasciato al caso durante la sua ideazione. Vi è un comodo letto a castello, il cui spazio superiore è facilmente raggiungibile tramite una scaletta a gradini. Vi è un ampio spazio inferiore, in cui trova posto un letto corredato di comodino. Vi è poi una notevole zona armadio che, essendo completata da una grande libreria “terminale”, funge da cornice ad una comoda zona scrivania “a Penisola”. La cameretta in oggetto misura 200 cm dal lato destro e solo 290 cm da quello sinistro. E’ completa di tutte le dotazioni di sicurezza necessarie e, nonostante possieda delle misure davvero molto contenute è comunque realizzabile “su Misura”, consentendo un’ampia possibilità di personalizzazione. I letti sovrapposti al letto inferiore, ad esempio, sono solo una delle centinaia di modelli che sono inseribili nella posizione suddetta: si parte dai più semplici, come quello fotografato, per passare a quelli imbottiti dalle forme anche molto estrose, fino ad arrivare a dei veri e propri divani-letto, che non mancheranno di interessare coloro che vogliono utilizzare la cameretta, non solo per la notte ma anche per il relax diurno e lo studio. Del resto, lo sfruttamento ottimale dell’angolo consente di spaziare con progetti anche molto estrosi ed innovativi ma non è affatto detto che se si possiede una cameretta lineare sia impossibile dare sfogo alla propria fantasia progettuale. Anzi… tutt’altro!!!

     

    letto-a-castello-vuoto-sottoIl letto a castello vuoto sotto

    Fra le molteplici possibilità esistenti a proposito dei letti “rialzati”, ne è presente una molto semplice che si basa essenzialmente sul desiderio e l’ambizione che molti hanno di liberare il più possibile lo spazio “a terra” della propria cameretta. In linea di massima si può dire che, in questo senso, la soluzione del letto a castello “vuoto sotto”, rappresenti il massimo risultato ottenibile; anche perché, a pensarci bene, il letto rappresenta spesso il volume che più tende ad ingombrare la superficie pavimentata di una cameretta. La foto qui a lato è stata realizzata con lo scopo di far comprendere il valore di questa metodologia di arredamento. Si tratta in realtà di un sistema molto semplice che si presta a numerose interpretazioni. Quella realizzata in questo esempio non è altro che una “lettura” molto vicina a quella che potrebbe avere una bimba di meno di 10 anni circa la propria “cameretta dei sogni”. E’ presente il letto a castello, rappresentazione ideale di uno spazio elevato che attira soprattutto per la sua dimensione prettamente ludica ma ad attirare l’attenzione è soprattutto l’idea di dormire “sospesi”, potendo in qualche modo vivere lo spazio sottostante al letto come un rifugio del tutto personale. Quelle tendine possono contenere un mondo e possono rappresentare indipendentemente la “casina” in cui ospitare le amichette (magari dopo aver preso un te’, nel vicino salottino), oppure l’antro del “castello” (appunto) dove incontrare il proprio principe azzurro. Anche a livello pratico però una composizione del genere può presentare i suoi vantaggi. A prima vista può sembrare inopportuno pensare infatti di arredare una zona così bassa di una cameretta allo scopo di fornirla di contenitori. In realtà non è proprio così perchè, come abbiamo avuto occasione di ripetere più volte in questo lungo “reportage ” sui nostri letti a castello e a soppalco, il fatto che i ragazzi possiedano numerosi “accessori” (come borsoni, attrezzi da palestra e zaini) di cui possono avere una necessità quotidiana, può far nascere l’esigenza di uno spazio (maglio se nascosto) in cui riporre con velocità tutte queste cose. Un vano dunque dotato addirittura di una doppia valenza, in cui i più piccoli possano trovare il loro luogo ideale per i giochi mentre i più grandicelli possano trovarvi uno “stipo” dalle grandissime dimensioni. In fin dei conti infatti, questo soppalco offre la possibilità di sfruttare uno spazio della profondità di ben oltre 90 cm (pari dunque a quella del materasso) che difficilmente potrebbe essere utilizzata in maniera differente. Non bisogna assolutamente dimenticare un fatto: in futuro se la famiglia dovesse aumentare, non ci sarebbe niente di più facile che togliere la tendina e attrezzare la parte inferiore del castello con un comodo secondo letto. Sarà bello vedere come la sorellina più grande sarà lieta di rinunciare ad un proprio spazio vitale così importante, pur di ospitare una sorellina o un fratellino con cui poter condividere quel bellissimo spazio giochi.

     

    letto-a-castello-ribassatoIl letto a castello ribassato

    Chi desidera sfruttare lo spazio in altezza pur senza dover per forza realizzare un vero e proprio letto a castello può senza dubbio optare per questa nuova tipologia di letto.

    Si tratta in pratica di un letto che ha un’altezza al piano materasso che può variare dagli 80 ai 100 cm e che quindi rappresenta una sorta di via di mezzo fra un vero e proprio letto a castello ed un letto rialzato. Come si può facilmente vedere dalla composizione fotografata, il letto in questione risulta perfettamente accessibile anche dal basso, può essere dotato di una piccola scala a gradini (quella fotografata, ad esempio possiede un’altezza pari a quattro gradini) e può essere fornita nella sua zona sottostante di numerosi contenitori apribili tramite ante o cassetti. La cameretta fotografata mostra come un’altezza “media” del letto come questa, permette addirittura di sfruttare il sopra del letto stesso tramite un capiente armadio a ponte dell’altezza di circa 60 cm. Un altro particolare interessante di questo arredo risiede nello sfruttamento dell’angolo. La parte sottostante del letto a sinistra, è occupata frontalmente da una scrivania che pare impedirne l’uso completo e agevole dell’angolo posto sotto al letto. In realtà non è così: il letto possiede infatti un tipo di meccanismo estraibile attraverso il quale è possibile utilizzare il vano sottostante come contenitore. La caeretta misura 250 cm sul lato destra e 350 cm su quello sinistro. L’altezza dell’armadio (260 cm circa) è tale da consentire l’abbinamento con il piccolo armadio a punte che sovrasta sia la zona scrivania che la zona terminale del letto.

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    il-letto-a-isola-personaleL’isola personale

    Che si tratti dell’acquisto di un’intera cameretta o di un semplice letto a castello, i nostri mobili da ragazzi consentono sempre di essere progettati in modo da potersi adattare, col tempo, a delle mutate esigenze. E’ il caso di questo semplicissimo letto a castello, di misure normali (200 x 90 cm circa) si presenta uno sfruttamento dello spazio sottostante realizzato attraverso un grande piano scrivania capace di alloggiare fino a due persone. Il letto in questione è costruito con quattro solidi montanti in massello (gli stessi usati addirittura per i letti a castello da una piazza e mezza) sui quali sono montati dei pannelli perimetrici in laminato bianco oppure colorato a seconda dei gusti. Sulla scheda prodotto, che per legge, accompagna ogni mobile è, possibile verificare queste informazioni anche con molta attenzione.

    E’ opportuno più che altro controllare che le strutture siano realizzate in materiale sufficientemente solido per sostenere le sollecitazioni per cui è nato. Un altro aspetto necessario da controllare è che vengano usati pannelli in Classe E1, cioè a bassa emissione di formaldeide e che siano (se verniciati) rifiniti con vernici all’acqua: cosa indispensabile sia per questioni ambientali che per questioni di salubrità intrinseca. Nelle camerette moderne, al fine di recuperare lo spazio, sono sempre più diffuse le soluzioni su due livelli, con un letto alto ed una zona sottostante che, come in questo caso, può essere in un primo tempo utilizzata per alloggiare una scrivania, per poi successivamente alloggiarvi magari un secondo letto oppure un ulteriore armadio. Perché la scrivania sia sufficientemente comoda, il suo piano deve avere una lunghezza di almeno 100 cm e nella composizione qui fotografata ha un’ampiezza addirittura di 190 cm, quindi ben più grande del minimo necessario. Quando lo spazio è poco infatti, è opportuno decidere a priori se si preferisca utilizzarlo per alloggiare una scrivania piccola (nel tal caso però non sarà possibile ospitare nessuno) oppure se, come nell’esempio in oggetto, si preferisca optare per una scrivania di dimensioni più grandi, capace per questo di essere utilizzata contemporaneamente da due ragazzi.

     

    letto-a-castello-ribassato-con-scrivania-estraibileIl soppalco ribassato angolare

    Diretta emanazione dei soppalchi angolari “classici”, questa versione ribassata si dimostra una valida alternativa sia a livello di praticità che di estetica complessiva. Di questa cameretta, risultano infatti particolarmente interessanti le dimensioni che occupano uno spazio lineare di parete di poco più di tre metri (esattamente 320 cm) ed una profondità nel punto massimo di 290 cm complessivi. Proviamo a descriverne tutte le caratteristiche più peculiari, partendo dal lato destro dove è alloggiato un mobile terminale ad angolo, in cui è possibile sfruttare un’altissima zona libreria accompagnata da un’anta stretta e lunga, particolarmente adatta ad essere utilizzata come scarpiera. Questo mobile, funge da terminale ad una cabina armadio lineare di dimensioni molto contenute che pur misurando soltanto 120 cm per 60 di profondità, si candida a buon titolo a divenire il più importante contenitore dell’intera cameretta. Il mobile prosegue in alto con un armadio a ponte che nel lato destro ospita due ante larghe 60 cm ed alte 70, mentre quello sinistro è adibito ad ulteriore libreria con 4 vani appositamente progettati. Sotto all’armadio a ponte vi è poi il fulcro vitale dell’intera composizione che è formato da un letto a castello “ribassato” che contiene inferiormente una scrivania estraibile dal lato destro. Quello sinistro, che appare a prima vista chiuso, è in realtà un ulteriore contenitore a cui si accede tramite un gavone. Sul frontale di questo contenitore è appoggiato dunque il secondo letto, a sua volta dotato di due ampissimi cassetti sotto-letto. Da notare il fatto che questo letto a castello ribassato, non è dotato di una scaletta atta a raggiungere il letto superiore. Ciò è dovuto principalmente al fatto che essendo i due letti esattamente prospicienti, questa loro vicinanza permette di salire facilmente al secondo letto passando dalla sponda del primo. Il letto superiore può comunque essere fornito di scaletta ma la sua altezza veramente contenuta (circa 95 cm al piano letto), potrà essere raggiunta anche tramite una piccolissima scala a pioli.

     

    letto-a-castello-altoIl letto a castello altissimo

    Concludiamo questa lunga carrellata di letti a castello e a soppalco con quello che rappresenta una sorta di innovazione concettuale nell’ambito di questa tipologia di arredo. Si tratta di un modello di letto di derivazione scandinava che importa dal nord europa l’abitudine a non “rifare” quotidianamente il letto ma di usarlo bensì solo attraverso le coperture a “sacco” riempite di piuma d’oca o solo con i lenzuoli. Tale uso in effetti rende piuttosto comoda la posizione del materasso che viene sostenuto da una solida struttura addirittura ad un’altezza superiore ai 180 cm. Questo letto presenta dunque il vantaggio di offrire un riposo che avviene effettivamente “in quota” e che lascia uno spazio sottostante talmente alto, da permettere il suo uso a persone di altezza appena inferiore ai 160 cm. Nella foto è infatti mostrato come sia possibile utilizzare la parte inferiore al letto con una scrivania quasi “professionale” di dimensioni veramente generose. Per questo tipo di letto che misura 210 x 150 cm ed è alto complessivamente (con i pannelli di protezione laterale) ben 210 cm è necessario possedere una stanza alta almeno 290 cm.

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    la-cameretta-per-tuttiLe camerette per tutti

    Con questo articolo abbiamo voluto realizzare una rassegna di letti a castello e a soppalco capace di dare almeno un’idea delle vastissime possibilità che le Camerette La Casa Moderna sono capaci di offrire. Il nostro scopo era soprattutto quello di dimostrare quanto i nostri progettisti, grazie alla vasta produzione su cui possono contare, sono in grado di gestire e ideare anche in stanze molto piccole e particolari, come sono spesso le camerette. Questo è il loro lavoro. Lo fanno con passione, competenza ed una grande capacità progettuale. Chi vorrà metterli alla prova potrà trovare nei nostri negozi, consigli, idee e tutto quanto potrà essere necessario per realizzare una cameretta di qualità effettivamente capace di soddisfare tutte le più moderne esigenze.

    A vostra disposizione. Sempre.

Come si progetta e si posiziona al meglio un armadio guardaroba bello e pratico?

Come si progetta e si posiziona al meglio un armadio guardaroba bello e pratico?

  • L’interno dell’armadio
  • Come si progetta un armadio
  • I moduli disponibili per i guardaroba
  • La posizione migliore dell’armadio
  • I tipi di anta disponibili per gli armadi

Da Guttuso Mobili potete trovare il consiglio giusto per il vostro armadio.Quante coppie si sono trovate in difficoltà a dover arredare una camera da letto e per far questo hanno dovuto lungamente riflettere e magari “guerreggiare” sulle dimensioni più giuste per il proprio armadio? Del resto la presenza di un mobile così ingombrante nella camera da letto condiziona molto la sua distribuzione e, se si potesse, a volte se ne farebbe volentieri a meno. Però avere l’armadio in camera è una comodità davvero irrinunciabile e poi, in fin dei conti, gli armadi di oggi pur essendo molto voluminosi sono anche veramente molto belli.Armadio ante scorrevoli

L’aspetto esterno assume quindi una grande importanza per chi vuole inserire in maniera adeguata ed esteticamente valida un armadio nella propria camera, ma la suddivisione degli spazi interni (ripiani, ante, cassetti) è ancor più importante per una buona sistemazione degli indumenti. Il criterio fondamentale da seguire dunque, quando stiamo decidendo l’armadio che ci accompagnerà per buona parte della vita, sta nel riservare a ogni capo uno spazio adatto che non sia troppo grande, per evitare sprechi inutili, né troppo stretto per ovvie ragioni pratiche (disordine o sgualcimento degli indumenti) e dopo confrontare ciò che abbiamo (o che avremo) da inserire nell’armadio con lo spazio fisico di cui disponiamo dentro alla stanza per alloggiarvelo.

L’interno dell’armadio

In generale gli indumenti da donna e da uomo appesi occupano al massimo 140 cm in altezza per 50 in profondità (vedi schemi), per cui la soluzione più logica è di sistemare gli abiti di profilo in contenitori profondi 60 cm che, guarda caso, è proprio la profondità degli armadi standard. Tuttavia si possono trovare in commercio (o si possono far costruire) armadi per abiti profondi meno di 60 cm. Sono contenitori utili quando un ambiente è molto stretto, ma in questo caso il bastone appendiabiti invece di andare da un lato all’altro dell’armadio va dal fondale all’anta, fissandosi alla struttura appena sopra all’anta: gli abiti si vedono quindi di piatto e, in una larghezza di circa 120 cm (cioè in un armadio a due ante), si possono sistemare due bastoni che saranno lunghi quanto la profondità dell’armadio, cioè 45-50 cm, su ciascuno dei quali possono essere appesi 7-8 vestiti da uomo. Il vano interno di un armadio dove vanno appesi abiti e soprabiti non deve essere inferiore ai 135 cm di altezza e il vano per gli abiti da uomo non meno di 110 cm.

Per le maglie, le magliette ed i lenzuoli è bene predisporre dei cassetti o degli appositi vassoi estraibili (cm. 60 x 40), che al massimo contengano quattro capi. La biancheria in genere e gli altri indumenti ripiegabili troveranno posto su ripiani mobili, avendo l’accortezza di lasciare tra un ripiano e l’altro uno spazio di cm. 45 circa per ovvie ragioni pratiche. Gli abiti più corti, come le giacche e le camicie da donna appese, misurano dai 60 ai 110 cm in altezza. Quindi per comodità all’interno dell’armadio si possono prevedere due zone, una bassa, accessibile da terra, che servirà per gli abiti di stagione, l’altra più alta per gli abiti fuori stagione. Quando vi sarà il cambio stagione basterà sostituire gli abiti sopra con quelli sotto per avere sempre tutto a portata di mano. Oltretutto esistono in commercio degli appositi meccanismi che consentono di estrarre gli abiti che si trovano nella parte alta degli armadi senza bisogno di salire su scalette o sgabelli, quindi ogni operazione diventa davvero molto facile.

Armadio 6 anteLe attrezzature interne di un armadio in fin dei conti sono molto semplici, basta qualche cassettiera per la biancheria personale e le camicie, un mobiletto attrezzato per le scarpe, e dei ripiani per la biancheria della casa, per valige e borse. I piumini racchiusi in sacchi di plastica troveranno posto su ripiani sistemati in alto, nella posizione più scomoda, in modo da rendere più facile l’accesso agli altri capi. Per facilitare l’igiene sarà bene utilizzare gli appositi profumatori da armadio che evitano i cattivi odori e tengono ben lontane le tarme (quasi invisibili, ma davvero distruttive) dai capi in lana. Se lo spazio disponibile lo permette, in ogni camera matrimoniale sarebbe sempre bene sacrificare almeno una parte della stanza per ricavare un armadio che sia perfettamente sufficiente per due (per lei e per lui) e degli scomparti accessibili molto comodamente, nei quali sistemare le vestaglie, le camicie e le scarpe. E’ evidente che una simile soluzione richiede qualche compromesso, ma i “costi” sono sempre senz’altro ripagati dai “vantaggi” dalla praticità.

 

Come si progetta un armadio.

Quando si vuole acquistare un nuovo armadio è dunque assolutamente necessario avere chiaro quella che può essere la comparazione più adatta alle nostre specifiche esigenze. Dopo aver quindi provveduto in qualche modo a “contabilizzare” quelle che saranno le cose che avremo da disporre all’interno del nostro armadio, sarà necessario provvedere a redigere una “piantina” in scala, o comunque un disegno abbastanza veritiero della stanza su cui ci troveremo ad operare. Una volta eseguito il rilievo ed averlo perciò riportato in scala, passeremo al vero e proprio “progetto” della camera matrimoniale partendo dal posizionare il letto (che in fin dei conti è davvero l’unico elemento indispensabile in una camera), e nel contempo verificare la posizione e le dimensioni dell’armadio che sarebbe maggiormente compatibile con gli ingombri del letto stesso. Una volta dunque individuati e posizionati gli ingombri per così dire “maggiori”, potremo procedere con l’inserimento del comò, dei comodini e degli altri eventuali complementi.Armadio 3 ante scorrevoli

 

I moduli disponibili per i guardaroba

Siccome, nella maggior parte dei casi, gli armadi vengono suddivisi in moduli verticali di misura piuttosto standard, si può tranquillamente parlare di dimensioni di un armadio in larghezza, abbinando queste al numero di moduli da cui esso è composto.

Esistono infatti dei moduli standard che in generale di larghezza sono 45, 50 e 60 cm per le ante singole a battente e 90, 100 e 120 cm per le ante doppie. Componendo queste misure si può in pratica arrivare a riempire qualsiasi parete disponibile.  L’attenzione, quando ci si cimenta in tale lavoro, va rivolta soprattutto alla proporzione degli spazi adoperabili in quanto, qualora ci si trovi a dover posizionare un armadio in una nicchia o a stretta tra due pareti, si potrà anche decidere di riempire completamente il vano, mentre se si dispone l’armadio in una parete che lascia scoperto uno dei suoi fianchi, è opportuno che tutto sia calcolato in modo da riempire lo spazio senza che la stanza o i suoi vari “passaggi” ne rimangano impediti.

Circa l’altezza, sono di solito disponibili anche per gli armadio cosiddetti “di serie” numerose misure. Le più comuni sono 200, 230, 260 o 300 cm circa. Nel caso si possieda una stanza con un’altezza di 270 cm si potrà dunque decidere di posizionarvi un armadio alto 260 cm, oppure uno altro 230, a seconda del nostro desiderio di impattare più o meno con il grande volume dell’armadio stesso sullo spazio a disposizione nella camera. Qualora invece si disponga di una stanza alta tre metri o anche più, si avrà la possibilità di scegliere fra usare la parete con un armadio normale, alto circa 260 cm, oppure di riempire la parete con un mobile veramente grande di altezza fino ai 300 cm. Bisogna però essere molto accorti: gli armadi alti tre metri sono molto comodi perché possono essere divisi in due in altezza, ottenendone due vani in cui entrano tutte le tipologie di abiti, anche i più lunghi come le pellicce o i cappotti, però si verifica il problema che i vani o i pali appendiabiti posti più in alto diventino difficili da raggiungere anche con le usuali attrezzature che vengono usate per rendere più facile l’accesso agli abiti appesi molto in alto.

Armadio tre ante

In linea di massima si può tranquillamente dire che per posizionare il vestiario necessario per una persona, sono normalmente sufficienti 3 moduli alti 260 cm, il che sta a significare che in una camera matrimoniale dovrebbe trovar posto almeno un armadio composto con 6 moduli da 45 (270 cm) o uno composto con 6 moduli da 50 cm ( per un totale di tre metri) con un’altezza di 250/260 cm.

 

La posizione migliore dell’armadio

Il posto che l’armadio occuperà all’interno della camera ha molta importanza, poiché incide notevolmente sulla disposizione degli altri mobili. La soluzione più logica sarebbe quella di utilizzare completamente un’intera parete e trattare tutto il resto nel modo più semplice e meno invadente possibile per evitare di rimpicciolire l’ambiente, però non è facile rinunciare ai comodini o ad una grande cassettiera per avere un armadio più capiente. Oltretutto se la sbagliata posizione della porta impedisce la completa utilizzazione della parete destinata all’armadio, sarà bene sistemare quest’ultimo nel punto in cui esso risulti meno ingombrante, perché non c’è peggior cosa che entrare in un ambiente e trovarsi davanti un ostacolo grande e grosso come il fianco di una armadio “stagionale”.

Del resto, quando lo spazio lo permette, si possono sistemare gli armadi più liberamente, ma quando la stanza possiede dimensioni limitate è bene fare attenzione ad ogni centimetro.

Armadio camera da letto

Quanto alle dimensioni degli armadi infatti, queste possono variare da modello a modello e anche di molto.Per tale motivo è meglio scegliere un tipo componibile (o modulare) o farlo fare su misura, perché in tal modo esso si adatterà sempre bene alla parete e, se occorre, si potrà cambiarne l’ordine degli elementi, unirne altri per ampliare la composizione, o suddividerla se, cambiando casa, lo spazio si modifica.

E’ vero: tutti sanno che l’armadio con ante scorrevoli è il più pratico quando lo spazio è ridotto e non c’è la possibilità di spalancare un’anta senza battere contro il letto o il comodino, ma questo, come vedremo, pur facilitando la situazione in taluni casi, non riduce assolutamente le dimensioni dell’armadio stesso.

Esaminiamo ad esempio la situazione di una stanza da letto “tipo”, cioè di misure piuttosto standard, con una porta ed una finestra posizionate in maniera “tradizionale”. In questo comunissimo caso le pareti a disposizione dove poter posizionare un armadio sono normalmente tre:

  • La parete ove si trova la porta, a fianco della quale c’è di solito l’interruttore della luce centrale della stanza.
  • La parete a fianco della porta, e dove purtroppo spesso una parte dello spazio viene occupata dalla porta stessa quando si trova in posizione aperta.
  • La parete opposta alla porta, che sarebbe ovviamente la più grande perché non subisce decurtazioni di spazio dalle aperture, ma che di solito è destinata ad ospitare più comodamente il letto.

Nel primo caso possiamo trovarci di fronte a una parete che, una volta tolto lo spazio della porta avrà delle dimensioni libere disponibili che variano da 240 cm ai 3 metri e trenta. Ovviamente sono molto più comuni i casi in cui, per mantenere accessibile l’interruttore, rimane a disposizione una larghezza non superiore ai 250/260 cm. Quando si desidera posizionare l’armadio in questa situazione, la cosa migliore da fare è acquistare un armadio a 5 ante (se i moduli sono da 50 cm) e magari dotarlo di un’ultima anta a trapezio (o smusso) per fare in modo che la sua profondità non sia visivamente d’impiccio a chi entra in stanza.

Armadio x camera da letto

Nel secondo caso (quello che prevede la soluzione preferita dalla maggior parte delle persone) ci troveremo probabilmente di fronte ad una parete disponibile che varia dai 300 ai 400 cm a seconda se la porta aperta occupa o meno una parte della parete in questione impedendo l’inserimento di una porzione dell’armadio. In questo tipo di situazione esiste di solito sempre la possibilità di inserire in questa parete un armadio di dimensioni “standard” di circa 300 cm di larghezza. Quando però la misura della parete disponibile è molto vicina ai 3 metri allora conviene optare per tre possibili soluzioni: o dotare l’ultima parte di un modulo a trapezio (in modo da attenuarne l’ingombro visivo entrando in stanza); o dotarlo di una zona “a giorno” laterale composta da delle mensole o da una libreria che avrà il compito di “occultare” in qualche modo il fianco, attenuando l’impatto che avrebbe la profondità dell’armadio stesso in chi entra; oppure semplicemente preferire una armadio di dimensioni un po’ ridotte, come un armadio a 5 moduli da 50 (250 cm) oppure uno da 6 moduli da 45 (270 cm), in modo che il fianco dell’armadio sia sempre abbastanza dalla persona che entra in camera.

Nel terzo caso, qualora si decida invece di posizionare l’armadio nella parete grande dal lato opposto a quello della porta, si otterrà la più grande misura di parete disponibile nella stanza. Di solito le camere matrimoniali variano dai classici 14 mq (misura minima per una matrimoniale) a stanze che hanno superfici anche superiori ai 25 mq. Nel caso in cui ci si trovi di fronte ad una stanza di misure “normali” (quello ovviamente più comune), avremo quindi a disposizione sul lato opposto alla porta una parete di circa 4 metri o anche più. Questo sta a significare che, in linea di massima, potremmo inserirci un armadio di ben 8 moduli da 50 cm, che può essere già considerato un ottimo spazio per un grande guardaroba. In questa situazione sono altre però le problematiche che possono venirsi a creare perché, se posizioneremo il letto sulla parete di lato alla porta, avremo la necessità di uno spazio a disposizione di almeno 3 metri, per potervi alloggiare sia il letto che i comodini. Se nel contempo posizioneremo un comò di fianco alla porta avremo bisogno di uno spazio che risulti sufficiente, sia per disporvi il cassettone stesso, sia per lasciarci lo spazio necessario alla profondità dell’armadio (60 cm circa), nonché quello indispensabile per la sua apertura (50/60 cm).

Armadio camera da letto misureVi sono poi comunque tante altre posizioni e composizioni in cui è possibile situare un armadio.

Una situazione abbastanza frequente è quella in cui si trova chi ha la possibilità di arredare con un’armadiatura una camera dotata di due pareti contigue anziché di una soltanto. In questo caso si predilige quasi sempre la comparazione “angolare” che è quella che permette di sfruttare meglio lo spazio con un contenitore grande ad armadio.

Anche per questo caso specifico è però opportuno fare alcune precisazioni.

Esistono diverse maniere per sfruttare l’angolo e, a parte quelle che prevedono delle vere e proprie “cabine armadio”, quella più comune -quella cioè che prevede di “girare” l’angolo con due ante di ugual misura poste a 90° pur nella sua semplicità a volte risulta un po’ complessa da essere compresa. In questo caso infatti è come se si dovessero in qualche modo “accoppiare” due armadi, mettendoli insieme sovrapponendoli uno all’altro in modo perpendicolare uno all’altro. Questo accoppiamento è quello che però crea confusione in chi deve progettare il proprio armadio ad angolo. Per spiegarsi bene, affrontiamo dunque il caso di che si trova a dover arredare con armadio due pareti prospicienti che abbiano una misura di 200 cm l’una e 3 metri l’altra. Il ragionamento a prima vista più ovvio che verrebbe da fare è che in due pareti con queste misure dovrebbero entrarvi 10 moduli da 50 cm per un totale di 10 ante, 4 dal lato di tre metri e 6 dal lato di tre metri. In realtà l’angolo, dovendo occupare per sua stessa natura l’intera profondità dei due armadi sovrapposti, (cioè 60 cm per ogni lato), viene a occupare un quadrato di 60x 60 cm, in cui non possono essere alloggiate ante. Questo fa diminuire dunque di un’anta ogni lato dell’armadio e avviene perciò che da 10 le ante “teoriche” del nostro armadio ad angolo diventino soltanto otto. E’ bene però aver chiaro che questa diminuzione di ante non pregiudica lo spazio interno che permetterà comunque di adoprare senza problemi un volume pari ad un armadio a 6 ante dal lato di 3 metri e di un armadio di circa 3 ante (due metri meno un’anta a causa della profondità di 60 cm occupata dall’angolo) dall’altro.

Armadio camera da letto misure

Un altro caso che è bene prendere in considerazione nella nostra disamina è quello che prevede l’utilizzo dei cosiddetti armadi “a ponte”. Molto più frequenti nelle camerette da bambini o da ragazzi, queste tipologie di armadi trovano la loro più ideale collocazione in quelle stanze, particolarmente strette e lunghe in cui sarebbe difficile far trovar posto ad un letto ed ad un armadio posti di fronte. In questi casi estremi, si predilige quindi la scelta di uno speciale tipo di armadio in cui viene creata una sorta di “vano” o incavo, dove la profondità dell’armadio viene azzerata (almeno nella parte bassa) e dove dunque può agilmente trovar posto un letto, un comò o una scrivania. La difficoltà progettuale dell’armadio a ponte è legata principalmente alla lunghezza del “ponte” stesso, il quale, per poter essere sufficientemente sicuro, non può superare certe lunghezze. La misura massima consentita per un normale ponte da armadio è di circa 3 metri, ma occorre precisare che le moderne comparazioni “sospese” – le quali consentono la produzione di armadi che possono essere addirittura appesi al muro – permettono in teoria di allargare ulteriormente il vano del ponte, fino ad arrivare addirittura a 4 metri. In una misura di tre metri però è già possibile inserire comodamente un letto matrimoniale completo di due comodini e questo, nel caso delle camere matrimoniali, può già dirsi un ottimo risultato, che libera in pratica una parete attraverso il riempimento di una sola parte della stanza.

 

I tipi di anta disponibili per gli armadi

Armadio con ante scorrevoli

Come abbiamo già accennato, anche il tipo di anta però può incidere sugli ingombri complessivi di un armadio. Nel caso di un mobile ad anta “battente”, infatti, oltre alla profondità standard di 60 cm che l’armadio possiede quando è chiuso, è necessaria un’ulteriore misura che varia da 45 ai 60 cm per permetterne l’apertura delle ante. Nel caso delle ante scorrevoli invece, questo spazio non è indispensabile, è però lo stesso assolutamente necessario lasciare davanti all’armadio una superficie di pavimento libera tale da potervi far sostare una persona, che agisca comodamente di fronte all’armadio per prendervi o riporvi gli abiti. Un altro modello di anta, che però è adesso caduta un pò in disuso è quella cosiddetta “a soffietto”, in questo caso le ante di un modulo “doppio” anziché essere incernierate sui rispettivi fianchi, vengono incernierate l’una alle altre in modo da creare un’apertura appunto “a soffietto”. L’unico utilizzo realmente efficace di questo tipo di apertura è quello che si  ottiene quando si dividono le ante in tante piccole ante di larghezza molto ridotta (20 0 30 cm) in modo che esse consentano di ingombrare poco in profondità quando si aprono. Non sempre però il risultato estetico di queste piccole suddivisioni verticali del frontale dell’armadio risulta gradevole alla vista.

Abbiamo dunque in qualche modo cercato qui di elencare una piccola serie di accorgimenti, che possono risultare utili per chi desideri cimentarsi nel progetto di un nuovo armadio da camera matrimoniale. Da noi di Guttuso Mobili, potrete però trovare chi può darvi tanti altri preziosi consigli per aiutarvi nelle vostre scelte. Come sempre saremo ben contenti di seguirvi, con cortesia e competenza, in ogni richiesta, cercando di risolvere ogni esigenza di arredo vogliate sottoporci.  

Il soggiorno, la stanza più comoda e “social” della nostra casa….

Il soggiorno, la stanza più comoda e “social” della nostra casa….

  • La stanza preferita della casa
  • Un ambiente tante funzioni
  • Lo spazio per parlare
  • Lo spazio per la televisione
  • Lo spazio per pranzare
  • Lo spazio per studiare o lavorare

Entriamo in soggiorno, la stanza in cui si legge meglio il carattere di tutta la casa: apriamo con un’immagine gradevole, divani morbidi, mobili eleganti e un’atmosfera tranquilla. Uno spazio ben diviso e ben attrezzato che fa immaginare più in là, nel resto della casa, altri spazi confortevoli e giusti. Sappiamo bene però che non sempre le cose vanno così lisce. Quando si mette su casa o ci si accinge a sistemare quella che si ha, le difficoltà sono moltissime. La nostra proposta allora è questa: camminiamo insieme attraverso il soggiorno suggerendo soluzioni possibili a quelli che sono un po’ i problemi di tutti.

 

Soggiorno moderno

La stanza preferita della casa

Il modo più facile per immaginare un soggiorno ideale per noi potrebbe essere questo: stendiamo una specie di diario delle nostre giornate coprendo tutto l’arco delle ventiquattro ore. Naturalmente ognuna delle persone che vivono con noi compilerà il proprio piccolo diario, che alla fine confronterà con quello degli altri, cane o gatto compreso, visto il numero degli animaletti che oramai abitano nelle nostre case. Dal confronto di tutti i “diari” ricaveremo un elenco chiaro di tutto quanto finirà per gravitare intorno al locale di soggiorno, il quale dovrà adeguarsi con duttilità alle svariate esigenze. È probabile che facendo questa sorta di “ricerca”, si scoprano attività contemporanee, magari non compatibili tra loro, di due o più persone; in tal caso si esaminerà la possibilità di smistarne qualcuno in altri locali, rivedendone quindi le caratteristiche. Un compito che richiede la massima concentrazione, come per esempio studiare o preparare la denuncia dei redditi, sarà vantaggiosamente attribuito a un piccolo spazio ricavato in un locale più appartato. In mancanza di meglio anche nella nostra stessa camera da letto a tale scopo, evitando così di bloccare agli altri la tranquilla utilizzazione del soggiorno.

Con il semplice sistema descritto avremo fatto già un primo passo per non cadere vittime di vecchi e nuovi luoghi comuni standardizzati su “modelli  d’arredo” che magari non corrispondono appieno ai nostri bisogni. Ma non è neppure detto che a cadere in questo errore sia proprio chi crede necessario riprodurre più o meno bene il “salotto buono” del tardo Ottocento per darsi una patina di rispettabilità, poiché capita di vedere anche locali soggiorno altrettanto convenzionalmente “moderni”, nei quali ci viene sì risparmiato il lampadario a gocce, ma esso è sostituito dalla nuova lampada alla moda, piazzata nel punto adatto unicamente a far bella mostra di sé. Il prezzo che paghiamo per queste vanità o trascuratezze è oggi tanto più alto quanto più gli spazi messi a nostra disposizione dall’edilizia corrente si riducono ai minimi termini con pesanti limitazioni al loro migliore

Un ambiente tante funzioniSoggiorno con cucina a vista

Lo spazio, oggi, è quello che è, cerchiamo di viverlo come più ci piace.

Conversare, leggere, pranzare, rilassarsi, magari godendosi il fuoco di un camino. In questa filosofia di vita sono evidenti le semplici regole di vita che l’hanno ispirata. Non importa se la scelta è obbligata dallo spazio a disposizione o dai soldi che si possiede, o se pure è completamente spontanea, lo spazio da destinare al nostro relax ed alla vita di relazione (il tran-tran di tutti i giorni, gli incontri con gli amici ecc.) dovrà essere più di ogni altro utilizzato in modo confortevole e libero, tenendo innanzitutto conto della necessità, qui più che mai imperiosa, di non lasciarci condizionare dalle soluzioni standardizzate, siano esse moderne o tradizionali.

Saremo certo più felici se riusciremo a non adeguarci a modelli diversi da quelli che realmente ci servono, come quelli proposti da certe immagini pubblicitarie che suppongono una disponibilità economica e di spazi più che ottimista. Per questo tendiamo sempre a ribadire quanto siano importanti e talune volte assolutamente indispensabili i professionisti dell’arredo. E’ perché sono solo loro, con la loro professionalità, con il loro estro, magari anche con la loro inguaribile fantasia a poter veramente consigliare in modo appropriato come debba essere arredato ogni ambiente della casa.

Un esempio, esplicherà ulteriormente questo indiscutibile concetto: i grandi saloni non ci sono più.  Se, come normalmente avviene, il nostro ambiente soggiorno comprende anche la funzione pranzo, non potremo certo ricreare locali che scimmiottino il grande salone della ricca borghesia tipica nell’epoca a cavallo fra ottocento e novecento, nè tanto meno ci converrà (o meglio, avremo la possibilità di…) sacrificare un altro locale della casa alla funzione canonica di “sala da pranzo”, con buffet, contro-buffet eccetera. Dovremo dunque cercare di sfruttare al meglio le nuove, anche se limitate, possibilità di integrare le due funzioni, ripensando in modo fresco e originale gli spazi che costruiremo intorno al nostro vivere. Chiunque abbia vissuto qualche volta l’imbarazzo del vedere gli amici attardarsi intorno alla tavola su cui fanno brutta mostra di sé gli avanzi del pranzo, snobbando ostinatamente le poltrone predisposte per il “dopopranzo”, può capire come talvolta la zona “conversazione”, che ingenuamente identifichiamo in un divano e due poltrone, in  realtà non sia sempre e comunque vincolata al meglio su queste ultime. Tentiamo quindi di fare in modo che i momenti della nostra vita di relazione, non siano costretti a spostamenti meccanici tra piccoli spazi che vengono destinati a precisi riti. Disponiamo perciò gli arredi nel modo più coerente possibile con quello che ci fa comodo, secondo i gusti personali e, ovviamente, i metri quadrati che abbiamo a nostra disposizione. Vedremo poi come proprio dai “luoghi funzionali” ben distribuiti nasce una razionale collocazione dei vari piani d’appoggio. Un gioco pericoloso, certo, ma che può risolvere numerosi problemi.

Soggiorno stile industrialeSe, ad esempio, ci piace avvicinare le due zone, pranzo e “Relax”, in modo che chi sta seduto al tavolo possa conversare agevolmente con chi è già adagiato a conversare sul divano perché non farlo? Non ne risulterà solo una maggiore comodità ma avremo la conferma che val sempre la pena di non star troppo al gioco delle tante piccole “scatole” che ci vengono offerte nelle abitazioni del normale mercato edilizio. Senza illuderci che il tutto-aperto risolva troppi problemi (quante volte abbiamo bisogno in casa di qualcosa che ci isoli?!) possiamo ritrovare il gusto di spaziare con la vista per più di quattro metri anche in un alloggio piccolo. Può far sorridere immaginare idilliache serate in cui la famiglia si ritrovi nel soggiorno, con il “capo-famiglia” intento a leggere il giornale, la gentile consorte intenta invece a lavorare a maglia e i dolci figlioletti affaccendati con i giochi sul cellulare.  E’ sicuramente un quadretto rassicurante quello che illustra i vari componenti della famiglia chiusi in soggiorno e rispettivamente occupati in allegre e tranquille attività: basterebbero però due decenti, e contemporanei, programmi televisivi a mettere in crisi la nostra piacevole immagine. Per questo sarebbe bello poter tenere conto della necessità di qualche spazio individuale nel soggiorno della casa (decentrato, e di ciò parleremo altrove), senza comunque dimenticare che la zona “soggiorno” deve rispondere al ritmo delle nostre giornate e delle nostre serate, includendo tutti, amici compresi. Averli senza che la cosa ci crei troppi problemi, senza sentirsi impacciati (e affaticati) da un bel po’ di lavoro in più “per far bella figura” sarebbe davvero splendido. La cosa sarà però davvero possibile soltanto se saremo riusciti a costruirci un’organizzazione di base gradevole e giusta.

E’ ovvio che la scelta degli elementi che arredano il nostro soggiorno è condizionata dallo spazio disponibile. Una distribuzione attenta dei mobili (lo vediamo anche nelle numerose immagini di questa pagina) può aiutarci a sfruttare al meglio la superficie di un ambiente e a vivere meglio lo spazio come ci serve e ci piace. Per non sbagliare, si può incominciare con “l’indispensabile” e poi via via portare modifiche e aggiunte (una poltrona “diversa”, un tavolo per scrivere ecc..): la casa cresce con noi divenendo forse anche più bella e più giusta di quella pensata tutta in una volta.  Per far questo però partendo già bene,  con il metro alla mano prendiamo bene le misure.

Qualche semplice schema di ingombri e disposizioni di poltrone e divani è sufficiente per una grossolana valutazione di quanto spazio si deve prevedere per le zona conversazione del soggiorno al momento di organizzare questo nostro locale “pubblico” (il problema può anche essere capovolto, e cioè a volte la valutazione dello spazio a disposizione avviene prima della scelta di divani e poltrone da fare sulla base delle loro misure). In particolare vediamo che i mobili componibili sono una soluzione comoda anche e soprattutto per spazi ridotti per questo sono così utilizzati per i soggiorni moderni. Teniamo comunque presente che in molti casi la volontà di avere a tutti i costi divani e poltrone “identici” (il famoso “giro” di divani e poltrone per la zona conversazione) può farci trascurare le differenti esigenze personali e le conseguenti preferenze. Pensiamoci quindi due volte prima di buttare la vecchia e comoda poltrona il cui acquisto si perde nel profondo della storia familiare: vediamo invece se è possibile, eventualmente restaurandola un po’ e rinnovandone il rivestimento, trovare un angolo anche per lei.

Lo spazio per parlare.Mobili x soggiorno moderni

In soggiorno, lo abbiamo già detto, occorre spesso concentrare in un unico spazio diverse funzioni, come nell’ambiente che presentiamo qui in foto. Nelle immagini presenti in questo articolo vengono appunto messi in evidenza i vari elementi d’arredo delle varie zone: il tavolo da pranzo con le sedie; il divano, il mobile con la televisione; la piccola scrivania. È dunque evidente che nel calcolare gli ingombri e poi nel disporre i mobili  (ivi compreso, un eventuale tavolino) si dovranno tenere ben presenti le proprie  “vere” esigenze. Per esempio, anche i divani molto grandi, che possono rappresentare una soluzione per spazi particolari, sono scomodi se si desidera creare un gruppo affiatato di conversazione. Meglio elementi con una certa mobilità (magari addirittura separabili fra di loro), facili da spostare dove più ci torna comodo. Anche la scelta e la collocazione delle lampade  (la cui luce “scende” a evidenziare le diverse zone) aiutano a definire gli spazi in modo ben preciso. Visti nell’insieme, tutti gli elementi dell’arredo si fondono ordinatamente, grazie anche al garbato accostamento dei colori.

Tra le poltrone e i divani adesso in commercio e quelle tramandateci dal passato esistono differenze talora anche notevoli. Oggigiorno, se lo spazio è poco, dei moderni divani dalla linea “asciutta” possono essere facilmente inseriti in qualsiasi soggiorno senza prendere troppo posto. Attualmente però la soluzione in verità più utilizzata nelle case degli italiani è quella del cosiddetto “divano con penisola”, perché offre la possibilità di sistemare un maggior numero di posti a sedere. Questa disposizione “ad elle” aperta sul resto dell’ambiente, permette una conversazione agevole e consente, quando sia necessario, di allargare il cerchio con altri sedili di emergenza. La disposizione ideale per parlarsi con tutta comodità infatti, quella faccia a faccia, per intendersi, sarebbe la più comoda e funzionale a questo scopo, ma i divani in questo caso, disposti fra di loro frontalmente, creano il problema di non poter utilizzare il salotto per l’utilizzo in assoluto più frequente che si fa di questo mobile: quello di appoggio rilassante per vedere la televisione.

Soggiorno componibileLo spazio per la televisione

Ed eccoci finalmente arrivati al vero cuore “pulsante” dei moderni soggiorni: l’angolo Tv. Il progetto di ogni soggiorno che si rispetti infatti parte ormai sempre dalla disposizione del televisore e si dipana verso il resto della stanza passando prima dal salotto, per arrivare in ultimo alla zona pranzo.

Il design dei mobili da soggiorno segue ormai da molto tempo l’evolversi di questa tendenza che porta le famiglie a destinare un grande spazio per la televisione all’interno del proprio soggiorno ed infatti, a tale scopo, vengono prodotti almeno tre o quatto tipologie specifiche di mobili predisposti con lo spazio porta tv. Il tipo più utilizzato è attualmente il “componibile” che in pratica è un mobile che viene creato mettendo insieme componibili di misure diverse, in modo da creare degli spazi, chiusi ed aperti, adatti ai vari usi a cui essi sono destinati. Spendendo generalmente un po’ di più, è però possibile utilizzare, sempre allo scopo di alloggiare il televisore, anche dei capientissimi mobili libreria, i quali a quel punto saranno configurabili al meglio anche per mettervi ovviamente i libri e magari riporvi anche le stoviglie che non entrano in cucina.

Qualora si desideri invece qualcosa di molto leggero, è possibile optare per dei veri e propri mobili porta tv, in un certo senso fini a sé stessi, i quali, non sfruttano la parte di parete libera sopra al televisore, ma permettono comunque di poter essere costruiti con le numerose misure che si trovano in commercio.

Una volta deciso la tipologia di mobile che dovrà contenere la Tv, bisogna per forza considerare la posizione in cui si intende piazzarlo. Di solito a questo scopo si utilizzano gli angoli più bui della stanza, quelli in cui la luminosità delle finestre o delle luci artificiali, non tende a creare dei fastidiosi riflessi quando si guarda la televisione. Una volta posizionato il mobile nel miglior modo possibile basta trovare al salotto un posto che non sia né troppo lontano né troppo vicino alla Tv, in maniera che possa essere facilmente vista senza dare fastidio agli occhi e che renda possibile una posizione sufficientemente comoda per chi deve guardarla.

Lo spazio per pranzareSoggiorno contemporaneo

In moltissime abitazioni la cucina non possiede più ormai uno spazio sufficiente ove sia possibile posizionare un tavolo e delle sedie abbastanza grandi da poter ospitare dei commensali aggiunti. A questo scopo è abbastanza frequente allora adibire una zona abbastanza precisa del soggiorno in cui sia possibile posizionare un tavolo, sufficientemente grande da ospitare un numero adeguato di commensali. Lo spazio pranzo in soggiorno deve avere però delle caratteristiche ben precise. Per prima cosa, deve avere delle dimensioni tali da poter ospitare con comodità un tavolo adeguato. Non c’è nulla di più imbarazzante di dover invitare degli ospiti e doverli far cenare o pranzare in uno spazio angusto e poco piacevole. Tale spazio deve poi essere sufficientemente vicino alla cucina, in modo da rendere più immediate e comode le operazioni che devono svolgersi in comunicazione fra il soggiorno e la cucina stessa. Un altro aspetto da tener presente è la luminosità. A differenza della zona Tv infatti, il tavolo da pranzo deve essere illuminato molto bene sia di giorno che di notte, e deve esserlo attraverso un tipo di luce che deve essere il più possibile “diretta”. Diciamo che se si amano i lampadari a sospensione, la zona pranzo di un soggiorno è senza dubbio il posto più adatto per posizionarne uno, specie quando ha le sue luci rivolte verso il basso. Se invece si ha una stanza dotata di una sola finestra, è probabilmente vicino a quest’ultima che andremo a posizionare il tavolo con le sedie.

L’ultima delle cose da considerare è senz’altro la proporzione della zona pranzo rispetto al resto del soggiorno. A meno che non si stia parlando infatti di una vera e propria “sala da Pranzo”, in un soggiorno moderno gli spazi destinati alle differenti funzioni a cui quest’ultimo assolve devono essere fra di loro assolutamente bilanciati. Deleterio sarebbe, ad esempio, lasciare troppo spazio ad un grande tavolo da pranzo, in un soggiorno in cui il salotto è costretto a rimanere relegato in una zona troppo ristretta della stanza. Così come sarebbe altrettanto deleterio se avvenisse il contrario e cioè che gli altri mobili del soggiorno costringessero il tavolo in una posizione defilata ed in uno spazio troppo limitato. Proprio per evitare tale problema, da qualche anno, sono in commercio numerose consolle apribili ed allungabili che aprendosi all’occorrenza, consentono di trasformare un piccolo tavolino appoggiato a parete in un comodissimo tavolo da centro stanza.

Soggiorno bianco e grigioLo spazio per studiare o lavorare

C’è un oggetto che da qualche anno è entrato prepotentemente nelle nostre case, il computer. A dir la verità il suo uso sta già per essere in qualche modo sostituito dai moderni smartphone, ma per chi lavora o in qualche modo ha bisogno di interagire un po’ più attivamente con una tastiera, il computer rimane un accessorio di cui è impossibile fare a meno.

Ebbene, un computer, anche se può essere portatile e per questo dotato di piccole dimensioni, non è certo uno smartphone e chi ha la necessità di posizionarselo in casa, sente spesso l’esigenza di creargli uno spazio apposito dove esso possa essere perfettamente integrato ed utilizzato. A questo scopo è possibile adottare in soggiorno numerose soluzioni. La più semplice è quella che prevede l’uso di una semplice scrivania, magari appoggiata a parete, che come succedeva una volta per gli scrittoi, sia possibile utilizzare per apporgiarvi il computer con i suoi accessori. Un’altra possibilità di inserimento è data invece dalla grande versatilità che possiedono i moderni mobili componibili da soggiorno, i quali, a differenza di ciò che succedeva un tempo, possono essere facilmente progettati prevedendo al loro interno un preciso spazio dove appoggiare un computer anche di grandi dimensioni. Un’altra possibilità è data dai cosiddetti complementi: la completa portatilità degli attuali computer, abbinata alle tecnologie WiFi, non rendono più obbligatorio l’allaccio fisico degli apparecchi alla rete elettrica o a quella Internet, questo permette di utilizzare i computer in ogni angolo della casa. Per questo motivo sono ormai numerosi i piccoli mobili che si possono trovare in commercio da utilizzarsi come appoggio per il computer mentre lo si usa a letto o, come nel caso del soggiorno, mentre lo si usa comodamente stesi sul divano.

Con questo articolo abbiamo cercato di spiegare come attraverso uno sfruttamento razionale dello spazio vitale di una casa sia possibile creare degli ambienti “giorno”, comodi e funzionali. Del resto questo è il nostro lavoro.

Se volete anche voi poter sfruttare tutta la competenza e la professionalità di noi progettisti de “La Casa Moderna”, non avete che da recarvi da noi presso di Guttuso Mobili, [indirizzo], [citta], sapremo indicarvi le soluzioni più adeguate ad ogni vostro problema.

Come arredare un Open Space Moderno

Come arredare un Open Space Moderno

  • Idee per arredare un Open Space Moderno
  • Come si progetta architettonicamente un Open Space moderno?
  • L’architettura di un Open Space
  • Come si arreda un Open Space moderno
  • Come arredare un Open Space con cucina
  • Quando il soggiorno Open Space è anche ingresso

 

Parlare di “open space”, al giorno d’oggi, equivale più o meno a parlare di “soggiorno moderno”. Quasi tutti, infatti, negli ultimi 4 decenni hanno sentito prima o poi la necessità di trasformare i propri ambienti “giorno” per renderli più adatti ai propri gusti e alle proprie esigenze. Non si è trattato però di una sola operazione estetica riguardante la maggior parte delle abitazioni, piuttosto di un vero e proprio cambio nella filosofia dell’abitareL’Open Space, del resto è un tipo di architettura ben differente da quella delle case di un tempo, in cui si prediligeva la separazione netta fra le differenti zone funzionali del soggiorno e della cucina. Ben diversa soprattutto perché l’Open Space ha messo in discussione fin dall’inizio un assioma fondamentale dell’architettura dei secoli scorsi, ovvero quello secondo il quale ogni stanza doveva avere un suo utilizzo specifico. Il motivo è abbastanza ovvio: la “nuova casa borghese”, a partire dall’inizio dell’ottocento, doveva affrancarsi da quella certa povertà stilistica che aveva interessato fino ad allora le case “non aristocratiche” e assumere una sua dignità architettonica in cui, il destinare un preciso uso ad ogni camera dell’abitazione (proprio come avveniva nelle case dei nobili), significava tendenzialmente esprimere “lusso” ed affermazione sociale. Questo è il motivo per cui le case, prima degli anni ‘70, erano quasi sempre suddivise in sala da pranzo, studio, salotto, cucina o cucinotto. Si trattava in verità di una suddivisione molto funzionale che dava agli aspetti prettamente pratici dell’abitare, un’importanza superiore a tutti gli altri. D’altronde quelle di un tempo, erano case fatte per scopi diversi da quelli attuali. Non esisteva la Tv (e già su questo fatto potremmo discutere per ore), la cucina poi, era ancora considerata un luogo “di servizio” e non certo di condivisione, il quale doveva rimanere il più possibile nascosto e separato dal resto. Il salotto era quello ampiamente formale (il “salotto buono”, si diceva) in cui si consumava il the o il caffè e che rimaneva perennemente chiuso per la stragrande maggioranza del tempo. La sala da pranzo era anch’essa un luogo dove ricevere gli ospiti importanti, ma che doveva avere delle sue regole stilistiche (tavolo, sedie, buffet e contro-buffet), magari perché doveva permettere ai commensali di essere contornati da una qualcuna delle persone della cosiddetta “servitù”.

Adesso è tutto molto diverso. Prima cosa perché sono cambiate le dimensioni delle case e secondariamente perché sono mutate, e di molto, le dinamiche di utilizzo di ogni abitazione. Questo ha dato il via ad una profonda e generale riforma che cercheremo in questo articolo di analizzare.

Idee per arredare un Open Space Moderno

Creare ed arredare un Open space può essere un’operazione costosa, snervante, e talvolta molto lunga, però non è, almeno nella maggior parte dei casi, eccessivamente difficile a patto di impostarla in maniera chiara e razionale e di attuarla in modo organico, secondo criteri coerenti. Assai prima di spostare un mattone o di ordinare un mobile, il soggiorno “Open Space” va infatti costruito mentalmente in ogni dettaglio, e ogni particolare, anche il più piccolo, deve risultare collegato in maniera logica con tutti gli altri. A qualcuno a questo punto potrà venire in mente che ci sia però una differenza sostanziale fra chi deve ristrutturare una casa e chi deve invece costruirla ex novo. Non è del tutto vero: anche nel caso di una nuova costruzione infatti, cambiare idea durante i lavori è come voler cambiare la traiettoria di un salto mortale a metà del video che si vuole magari postare su You Tube: decisamente sconsigliabile se non ci si vuol fare molto male. Purtroppo invece proprio su questo punto così basilare, le idee della maggior parte delle persone sono quanto mai confuse: con l’inevitabile conseguenza di aggravare i costi, allungare i tempi e compromettere (talvolta in maniera anche molto grave) il risultato. Quasi tutti i guai derivano da un equivoco: il pensare che l’arredamento di un Open Space sia un problema di mobili, di linee, di colori, insomma di gusto, di estetica e di “stile”. Beh certamente, riguarda anche tali aspetti, però solo marginalmente e in maniera molto più limitata di quanto ci si possa immaginare.

Arredare un Open Space è soprattutto (e prima di tutto), un problema di raziocinio, di previsione e di organizzazione. Non si tratta infatti solo di ammobiliare il proprio soggiorno, bensì di progettarlo (prima da soli e poi con l’aiuto eventuale di un professionista) in modo che si adatti, come un vestito ben tagliato, alle personali, specifiche esigenze e al proprio modo di vivere.

Tre domande sono fondamentali quando ci si trova di fronte ad un Open Space da progettare:

  • Quali sono le funzioni che il mio soggiorno dovrà svolgere?
  • Come può essere suddiviso idealmente lo spazio che ho a disposizione?
  • Quali sono le migliori posizioni da dare alle diverse zone funzionali?

Le risposte a queste domande forniranno una prima gamma di scelte, che saranno quelle su cui poter lavorare per delinearne per prima cosa la fattibilità del progetto e poi magari poterne identificare un costo. Per questo motivo, nei limiti del possibile, sarebbe opportuno dopo aver pensato “in proprio” al nostro soggiorno, rivolgersi a degli esperti per avere valutazioni più approfondite. Le cose a cui dovrà pensare chi abiterà un soggiorno Open space sono d’altronde già tante. Rispondere infatti ad alcune ulteriori domande è già di per sé abbastanza difficile: La cucina dovrà far parte dell’Open Space? L’ingresso principale in casa dovrà affacciarsi su questo spazio? C’è la necessità di un divano grande o è sufficiente un numero di sedute piuttosto ridotto? Quante persone si pensa di dover ospitare nella nostra zona pranzo ?? e così via…

Ogni persona, e ogni gruppo di persone, cioè ogni famiglia, vive infatti in modo peculiare e caratteristico la propria vita, e fa un uso delle stanze che si differenzia, a volte di poco, a volte in maniera profonda, da quello, diciamo così, standard, quello descritto dai manuali. Poiché l’abitazione deve aderire il più possibile agli usi e alle abitudini dei suoi occupanti, è dunque importante che essi siano ben definiti, in sé e nei loro rapporti reciproci. Questa serie di definizioni stabilirà gli scopi che l’intervento deve raggiungere: il fine ultimo per cui si agisce.

La cosa migliore da fare quindi, sarebbe ove possibile, riassumere le risposte a questi capisaldi in un piccolo promemoria, il quale non servirà per avere un inutile “documento da mettere agli atti “, ma piuttosto quello di arrivare a una precisione maggiore delle idee, e di verificare i loro collegamenti. Una volta fatto questo sarebbe poi opportuno anche stabilire una certa scala di priorità tra le varie richieste ed è proprio in questo che un professionista può risultare di grande aiuto. Se ci si rivolge a un esperto si potrà consegnargli e illustrargli tali note, discuterne con lui invitandolo a sottoporre, oltre a delle proposte alternative relative alla mobilia o alla disposizione dell’ambiente, anche le proprie personali idee su gli aspetti per così dire “familiari” dell’arredo .

Non sempre infatti ciò che si è (talvolta anche molto approfonditamente) pensato corrisponde alla migliore soluzione possibile: l’esperienza di un professionista può consentire spesso di trovare soluzioni più semplici, economiche o soddisfacenti globalmente di quanto non siano quelle precedentemente da soli pensate. Una cosa deve essere però assolutamente chiara: nessun esperto potrà mai fare niente, o peggio ancora rischierà di combinare un bel pasticcio, se non avrà chiare in testa le esigenze e le possibilità del committente.

 Come si progetta architettonicamente un Open Space moderno?

Altrettanto importanti degli obiettivi sono anche i mezzi di cui si dispone.

Quelli visti finora sono infatti, bene o male, dei quesiti a cui è facile rispondere, ma una volta appurate tali questioni, è altrettanto facile mettere in pratica le adeguate soluzioni nello spazio che si possiede o che si prevede di poter utilizzare nel proprio soggiorno Open space?

Conoscere i propri limiti permetterà, nel concepire i lavori, di commisurare i fini ai mezzi, evitando illusioni (o delusioni), nonché inceppamenti nel bel mezzo dell’impresa, e limitando sprechi di denaro e di tempo. Ma poi c’è da mettere nero su bianco una serie adeguata e combinata di tutto un insieme di componenti che è assolutamente opportuno chiamare “architettoniche”.

Parliamo innanzitutto di “edilizia” dunque, e per discutere di architettura, e quindi anche di arredamento, sia in fase preliminare -cioè relativamente alla definizione di quei punti fondamentali di cui si parlava prima- sia in fase esecutiva -vale a dire per spiegare a sé stessi e agli altri che cosa si intende esattamente fare- non ci si può affidare alle sole parole. Niente può creare tanto danno quanto quegli incredibili discorsi fatti in base a frasi del tipo «se spostiamo il divano là» e «immagini di aprire una porta che va da qui a qui» oppure «mettendo la specchiera qui e la consolle là, cosa potremmo poggiare qui?». La ragione è, naturalmente, che in questo modo non si arriva a nulla, neppure a spiegarsi bene. Lavorare nello spazio, con le sue tre dimensioni, non è un’attività che si possa svolgere per passi successivi, come fare una somma: è piuttosto come maneggiare una rete da pesca, dove appena si tira una maglia, tutte le altre si deformano in conseguenza. Poiché le variabili da tenere sotto controllo in un Open Space sono molte, occorre dunque un sistema di comunicazione molto più raffinato ed elastico della parola. Tale sistema esiste, ed è il disegno. Essenziale, per qualsiasi Open Space si debba progettare, è il disporre di una pianta della casa in cui sia possibile rappresentare su un foglio di carta o sul monitor di un Pc, tutto quanto esiste nell’abitazione, con particolare attenzione a ciò non può essere né rimosso né spostato. Insomma, un diagramma della stanza (o delle stanze) e delle sue componenti essenziali -come pilastri, muri portanti, porte e finestre- che permetta di avere sott’occhio, in un’unica rappresentazione grafica, tutto quanto è importante sapere per far sì che si possa disporre progettare ed arredare un Open Space. Questa tipologia di pianta è infatti indispensabile per saper interpretare il progetto, altrimenti non si potrà né pensare di concepire e seguire personalmente un cambiamento ad una abitazione esistente, né capire ciò che eventualmente può essere proposto per un Open Space di nuova costruzione. Di qualsiasi tipologia di abitazione o appartamento si stia parlando infatti, non si potrà mai avere a completa disposizione uno spazio infinito su cui lavorare come si fa su di un grande foglio bianco. Ci saranno sempre vincoli, aperture, muri o colonne di sostegno e tutte quelle problematiche che si deve in ogni caso affrontare per ottenere il risultato voluto.

Certo, se la casa della quale si sta discutendo è ancora da realizzare, i disegni su cui ci si troverà a lavorare saranno solo dei progetti: cioè una prefigurazione di come dovrà essere il risultato finale. Sarà allora colui che progetta -sia esso architetto, ingegnere o arredatore- a stendere sulla carta il diagramma della futura realizzazione e da questo muratori, falegnami e impiantisti trarranno le indicazioni necessarie al loro lavoro. Se invece si tratta di trasformare un’abitazione già esistente, prima del progetto dovrà esser fatto un opportuno rilievo: cioè bisognerà non solo misurare la casa per disegnare la pianta e le sezioni occorrenti al lavoro, ma anche verificare quelle che sono le modifiche possibili da fare per rendere gli spazi aperti, come esige la moderna conformazione Open Space e quelli che al contrario sono i vincoli che lo impediscono. Ognuno dei due casi non è però esente da problemi e difficoltà e questo va assolutamente tenuto di buon conto. Prima di entusiasmarsi per abbattimenti di pareti o per la loro “non edificazione”, converrà analizzare attentamente la struttura della casa su cui si intende intervenire. Infatti, può succedere magari che il muro che si vuole abbattere sia uno di quelli portanti dell’intera costruzione, oppure che all’interno del soggiorno sia necessaria la presenza di uno o più pilastri che sono assolutamente intoccabili e che potrebbero vanificare il proprio intervento; oppure, ancora, che le strutture orizzontali dell’abitazione non sopportino gli eventuali tagli, o gli eventuali sovraccarichi, che le variazioni progettate imporrebbero.

Anche in questo caso, come già è stato consigliato in precedenza, è assolutamente indispensabile affidarsi all’analisi di un esperto, architetto o ingegnere che sia. Infatti la determinazione delle possibilità di una struttura è un compito tutt’altro che facile per chi non sia esperto di tecnica delle costruzioni, e pensare da profano di poter immaginare questo tipo di intervento, potrebbe vanificare ogni passaggio successivo.

Una volta che gli obiettivi principali e i relativi vincoli sono stati fissati, si dovrà appunto iniziare la progettazione vera e propria dell’intervento. Ed è a questo punto, più ancora che altrove, che seguire un metodo assolutamente professionale diventa di fondamentale importanza, specie in un Open Space. Non tutti gli interventi fatti hanno lo stesso peso nel risultato finale, e non tutti sono ugualmente importanti: alcuni condizionano (o possono condizionare) l’intera struttura della casa e il modo in cui essa è vissuta dagli abitanti; altri, invece, sono semplicemente di appoggio a questi elementi di contorno. Nel progettare un Open Space, occorre perciò stabilire delle scale di priorità tra i vari interventi: determinare quelli che vanno pensati come capisaldi e quelli che vengono in seguito.

In un Open Space due sono generalmente le operazioni che trasformano realmente l’ambiente e che prevalgono su tutte le altre: l’abbattimento o la costruzione di pareti e l’alterazione dei livelli di pavimenti e dei soffitti. In altri termini, quegli interventi capaci di modificare lo spazio sia in orizzontale sia in verticale.

L’architettura di un Open Space

Quasi sempre, la realizzazione di un soggiorno “Open Space” è il risultato di una più o meno drastica semplificazione della struttura della casa. Infatti, come abbiamo detto fin all’inizio, di frequente le nostre abitazioni sono ancora concepite come evoluzioni -in scala borghese o proletaria -dei grandi palazzi nobiliari, composti ognuno di una lunga serie di stanze: un concetto di “stanza” che è molto radicato nella cultura della gente, ad ogni livello. Ciò ha portato di fatto ad una certa esuberanza di muri e ad una conseguente “compartimentazione” delle varie attività che si svolgono nell’abitazione, rivelatasi molto spesso più dannosa che utile.

Per esempio, l’esperienza recente ha portato a pensare che risulta quasi sempre inutile -o addirittura dannoso- dedicare due stanze diverse al pranzo e al soggiorno, attività che, in una casa moderna, possono benissimo coesistere (anche perché quando si pranza non si usa la zona conversazione, e viceversa). Ecco perché ci siamo accorti di quanto fosse assai più produttivo unire in un unico grande spazio le due stanze prima destinate, rispettivamente, al pranzo e alla conversazione, per ottenere un locale di dimensioni rispettabili, che in tal maniera può essere sistemato assai meglio dei due “buchi” presenti prima. Come regola generale dunque, quando si parla di “zona giorno moderna” converrà bene tenere a mente quanto segue: è quasi sempre vantaggioso unificare, in spazi non frammentati da pareti, tutte quelle funzioni che si possono svolgere senza assoluta necessità di isolamento. In sostanza quindi, gli unici muri veramente indispensabili in una casa normale sono quelli dei bagni e (ma non sempre) quelli delle camere da letto. Tutti gli altri, compresi perciò anche quelli che racchiudono la cucina, possono essere soppressi, se è il caso, senza molte esitazioni. Sottolineiamo però questa frase: “Se è il caso”… Perché variando, e di molto, le necessità che durante il tempo possono riguardare ogni famiglia, bisogna assolutamente progettare ogni Open Space in maniera di non doversene pentire.

Facciamo qualche esempio, ponendoci qualche altra domanda: Siamo nella possibilità di dare alla nostra cucina “Open Space” unita al soggiorno, tutta l’areazione che necessita avere questo tipo di soluzione, per far sì che non si riempia di odori tutta la casa quando vi si preparano i pasti? Chi utilizza la piccola posizione “Smart working” che si intende predisporre all’interno del nostro soggiorno “open space”, è disponibile a convivere durante il proprio lavoro con il resto della famiglia? E  riguardo alla Tv: sono state predisposti altri luoghi ove poter posizionare ulteriori televisori oltre a quello principale del soggiorno? Altrimenti tutta la famiglia sarà costretta a guardare lo stesso programma contemporaneamente… e così via.

Questo tipo di ambiente deve essere dunque progettato non pensando al presente, ma principalmente al futuro. Ed è necessario far questo senza preconcetti assoluti, come quelli che portano spesso qualcuno a pensare che in un soggiorno Open Space, maggiore è lo spazio che è possibile aprire visivamente, migliore sarà il risultato. Un intervento di abbattimento murario (o di “non edificazione” di pareti divisorie, nel caso di nuove costruzioni) tende davvero a semplificare ed ampliare lo spazio e quindi a miglioralo, ma è anche capace, allo stesso tempo, di impoverirlo. Tant’è vero che molto spesso si rende necessario introdurre in un unico ambiente aperto una serie di livelli diversi (per esempio tramite pedane o soppalchi) che hanno come scopo quello di arricchire e valorizzare maggiormente lo spazio stesso, Si tratta di operazioni che tendono a rendere l’articolazione della zona giorno “Open Space”, più vivace ed interessante. Visivamente, le varie pedane ed i ribassamenti che spesso si introducono nella ristrutturazione o nella costruzione di una residenza Open Space vengono a sostituire, in qualche modo, i muri abbattuti, creando delle cesure e dei tagli visuali all’interno dei locali che differenziano una zona funzionale dall’altra, evidenziandone alcuni luoghi specifici.

Tutte le tendenze arredamento 2020

Come si arreda un Open Space moderno

La lettura del titolo di questo paragrafo potrebbe far pensare qualcuno che una volta progettata l’architettura di una zona giorno Open Space, si può procedere tranquillamente con l’arredarla in un secondo tempo. In verità non vi è errore più grande di quello che rischia di fare chi si riduce ad arredare un Open space dovendosi accontentare di seguire le linee guida del proprio progetto architettonico. In questo tipo di ambienti infatti -a volte anche molto di più che in altri- la progettazione delle opere edili e degli arredi devo proseguire di pari passo in un unico grande “piano”, capace di integrarli entrambi alla perfezione. Come sarebbe possibile infatti progettare un open space, senza aver preventivamente previsto la presenza del tavolo da pranzo e del salotto o, ancora peggio della cucina a vista? Verrebbe dunque quasi da dire che il progetto d’arredo debba essere in questi casi addirittura precedente a quello architettonico riguardante le opere edili. In realtà non è così: i due aspetti progettuali devono infatti integrarsi e completarsi senza assolutamente discernere uno dall’altro. Quindi quando si parla di progettare un Open space, si parla tassativamente anche di realizzare in contemporanea il suo progetto d’arredo. Dunque, una volta definiti i vincoli e individuati gli spazi disponibili e le loro caratteristiche, la prima cosa da fare è proprio quella di pensare al posizionamento degli arredi. Lo si fa proprio dopo aver risposto ai quesiti iniziali riguardanti le esigenze familiari e ricercando risoluzioni pratiche alle differenti tipologie di problematiche. Si parte dunque dagli elementi d’arredo più ingombranti come ad esempio il salotto: Di quante sedute si pensa di aver bisogno? Utilizzeremo il nostro salotto solo per guardare la Tv o anche per discorrere con qualche ospite? Una volta risposto a tali domande si comincia nel cercare, all’interno dello spazio aperto, quello che è il luogo più idoneo dove posizionare il salotto in modo che davanti ci sia eventualmente anche il posto necessario a porvi la Tv e un piccolo tavolo basso. Dopo di che si passa col pensare al tavolo, quello da pranzo, per il quale dovremo decidere ovviamente non solo la posizione ma anche le dimensioni e si continua procedendo per il resto degli arredi più minuti.

Un caso diverso si presenta quando nello stesso open space si deve posizionare anche la cucina. A tale esigenza è infatti necessario rispondere anche (o sarebbe meglio dire, soprattutto) a livello tecnico, domandandosi non solo che tipologia di cucina desideriamo ma anche dove sarà possibile, all’interno della nostra stanza, disporre dei necessari attacchi elettrici, idraulici e del gas. Ciò suggerisce abbastanza chiaramente che in questo specifico caso, la precedenza nella progettazione degli arredi vada per forza data alla cucina in quanto, in caso non lo facessimo, saremmo certamente costretti a rivedere i nostri piani dopo aver verificato la fattibilità dei vari posizionamenti tecnici. Per il resto, un open space non è  in realtà molto diverso da un qualsiasi altro soggiorno, se non fosse per l’esigenza specifica di questo tipo di ambienti di essere dotati di una certa qualità estetica ed una notevole disponibilità di spazio libero. A differenza di un normale soggiorno infatti un Open Space non può essere riempito di mobili, come non può essere in egual misura dotato di angoli che non siano pressoché perfetti. Uno degli svantaggi degli Open Space è infatti proprio quello di avere una conformazione che non lascia spazio all’immaginazione, perché mostra nella sua interezza le suppellettili di cui è corredata fin dall’ingresso. Le sue specifiche peculiarità di ambiente “multifunzionale” rendono inoltre assolutamente necessario che vi siano, fra i suoi arredi, degli spazi di passaggio sufficienti almeno a non intralciare l’uso delle differenti zone funzionali in cui è suddiviso idealmente l’ambiente.

Cucina Open Space

Come arredare un Open Space con cucina

Quest’ultimo ragionamento ci conduce a riflettere su di un aspetto molto particolare che interessa ultimamente buona parte dei soggiorni moderni. L’ottimizzazione degli spazi e la loro riunione in ambienti unici, infatti, induce molte persone a congiungere all’ambente soggiorno Open Space anche la cucina. Si tratta di un tipo di soluzione che interessa sia i piccoli appartamenti che le grandi abitazioni perché la sua diffusione non dipende in verità dalle dimensioni delle case, bensì da numerosi altri fattori su cui è bene riflettere.

Per quanto riguarda il soggiorno, le motivazioni che guidano i progettisti alla realizzazione di ambienti Open Space sono più o meno quelle descritte nei paragrafi precedenti oltre che a pochi altri, riguardanti soprattutto gli aspetti estetici e funzionali di ogni singola abitazione. Per ciò che concerne la cucina invece, a quelle precedentemente descritte, si aggiungono anche delle motivazioni prettamente sociali. L’uso dei mobili da cucina in famiglia, infatti, si è negli ultimi decenni abbastanza modificato trasformandosi da un originale utilizzo quasi esclusivo della “massaia di casa”, in una consuetudine di un tipo “social” in cui il cucinare ha assunto degli aspetti “conviviali” totalmente inediti. Complici infatti i Mass-media la “cucina” in senso di “arte culinaria”, si è smarcata dalla sua tradizionale connotazione “familiare” per evolversi in qualcosa di diverso, un qualcosa spesso di più pubblico e comunque in qualche modo “collettivo”, in cui si tende a condividere le operazioni relative alla preparazione dei cibi con i propri familiari o con i propri amici. L’arredamento delle cucine, in questa sorta di trasformazione, ha un po’ agevolato e un po’ seguito l’evolversi delle cose, inizialmente permettendo la progettazione di “cucine” (nel senso di arredi) che fossero capaci di facilitare un certo tipo di convivialità e dopo, adattandosi a questo progresso migliorandone alcuni aspetti che risultavano ancora irrisolti. Si perché la cucina “open space” necessita di essere abbastanza differente dalla normale cucina componibile che può essere progettata per una stanza chiusa: è una cucina aperta verso il soggiorno, ma da cui deve essere in qualche modo separata. E’ un arredo che deve essere specificatamente pensato per una collocazione che interessa sia esteticamente che funzionalmente altre tipologie di arredi ed è, soprattutto, un tipo di arredo la cui conformazione ha bisogno di un tipo di progettazione specificatamente studiata in ottica Open Space.

Se l’arredo di un soggiorno Open Space, come abbiamo visto, è infatti già di per sé abbastanza complicato per la multifunzionalità dell’ambiente che si va a creare, quando alle sue numerosi funzioni si va ad aggiungerne una importante come quella riguardante la cucina, il rischio di sbagliare è veramente alto. Ci si trova da un lato a dover immaginare una cucina funzionale, ma che sia anche esteticamente ineccepibile e nel far questo non ci si può dimenticare nessuno degli aspetti che riguardano il confinante arredo del resto del soggiorno. Come si fa dunque a districarsi in questa sorta di “puzzle”?

Ci sono in verità due differenti metodi. Il primo è quello di immaginare le differenti zone in cui è suddiviso il nostro Open Space (cucina, salotto, sala da pranzo e studio) come se fossero degli ambienti veramente separati, ma che rimangono comunque uniti tramite un comune denominatore, il quale può essere rappresentato, come vedremo, da più cose differenti. Il secondo è quello invece di considerare il proprio Open Space come un ambiente realmente “unico”, in cui ogni suppellettile segue dall’inizio alla fine un solo ed unico filo logico.

Il primo caso è quello più comune e diffuso, anche perché è in realtà il tipo di soluzione che è più facile da perseguire: si progetta l’ambiente nella sua interezza, lo si completa concependone separatamente gli arredi e poi si individuano degli elementi (uno o più di uno) che possono fungere da “comune denominatore”. A parte le murature e le rifiniture edili, che in un Open Space devono essere tassativamente uguali per tutto l’ambiente, gli elementi d’arredo capaci di svolgere questa funzione possono essere davvero numerosi. Per primo lo “stile degli arredi” in cui si può anche spaziare, facendo attenzione a restare nei canoni dell’estetica; poi il “colore”, il quale può essere utilizzato in più punti dell’Open Space in modo che l’occhio possa immediatamente riconoscerlo come l’elemento ricorrente di tutta la stanza. Per ultimo i materiali, attraverso i quali è possibile definire delle precise linee d’arredo che saranno ripetute frequenti e regolari nell’intero progetto. E’ questo ad esempio il caso del legno, il quale può essere di grande aiuto in questo senso. Se ci si immagina infatti di realizzare un Open Space in cui la cucina ed il mobile da soggiorno hanno in comune una precisa essenza di legno, declinata magari nello stesso specifico colore, indipendentemente da ciò che vi abbineremo poi, in cucina e nel soggiorno, avremo probabilmente già ottenuto un risultato già di per sé più che accettabile. Se poi, a questa sorta di “coordinato”, si riesce anche ad aggiungere qualche altro particolare, come ad esempio dei soprammobili o degli altri oggetti realizzati nello stesso legno, ecco che ci avvieremo certamente ad ottenere un buon risultato.

Vi è poi un secondo tipo di soluzione in cui questo esempio di ragionamento viene ulteriormente ampliato, e a volte quasi estremizzato, verso una direzione, attraverso la quale si cerca di creare un’unica uniforme tipologia di mobilia in ogni arredo che possa essere presente all’interno dell’Open Space. Anche in questo senso i produttori di mobili si sono prontamente mossi per seguire l’evoluzione del mercato: a differenza di ciò che avveniva prima infatti, da un po’ di tempo a questa parte, molti fabbricanti di cucine hanno allargato la propria produzione aggiungendovi tutto quanto è necessario per poter abbinare alle proprie cucine anche altre tipologie di arredi come librerie e mobili da soggiorno. Circa questa possibilità sono però necessarie alcune riflessioni riguardanti, per prima cosa, la morfologia e le dimensioni dell’ambiente che ci troviamo ad arredare e secondariamente la necessità che realmente ci conduce a rappresentarsi questo prototipo di arredamento. Il rischio che si corre è infatti quello di creare un ambiente unico che sia eccessivamente monotono e noioso, soprattutto a causa del ripetersi della morfologia degli arredi. Questo tipo di scelta deve essere perciò limitata agli ambienti effettivamente piccoli in cui la cucina ed il mobile da soggiorno risultano rimanere talmente vicini da essere per forza pensati in una loro reale contiguità sia di stile che di colori. Per gli altri ambienti, specie quelli particolarmente grandi, questo coordinamento potrebbe creare una monotonia di stile che alla fine potrebbe davvero pregiudicare il risultato. E’ facile infatti immaginare l’effetto che può fare un arredo tutto perfettamente uguale, dall’inizio alla fine, in stanze molto grandi e poco movimentate: un ambiente assolutamente preciso e ordinato ma senza dubbio tedioso e ridondante.

 

Quando il soggiorno Open Space è anche ingresso

Un caso abbastanza frequente è quello che si presenta in tutte quelle situazioni in cui, per motivi di spazio o per ottenere una disposizione ottimale della casa, si opta per disporre l’ingresso dell’abitazione in modo che immetta immediatamente nel soggiorno Open Space. Si tratta di una soluzione molto diffusa a causa dell’evoluzione delle architetture degli appartamenti (ma anche delle case unifamiliari) con cui si tende a minimizzare gli ambienti poco utilizzati (come il cosiddetto “ingresso” appunto) a vantaggio delle altre zone funzionali. L’ingresso inteso come stanza adibita ad accogliere chi entra in casa, era una tipologia architettonica che è stata in voga per molto tempo, ed aveva il compito di “isolare” in qualche modo l’abitazione dall’esterno, sia per motivi per cosi dire “climatici” (cioè per limitare il freddo o il caldo provenienti da”esterno quando si apre il portone), sia per motivi estetici. Avere una stanza adibita a questo scopo infatti, presenta l’innegabile vantaggio di creare una sorta di “filtro” o di “compartimento stagno”, avente lo scopo di preservare il resto dell’appartamento da occhi indiscreti, oppure per celare il disordine che talvolta regna in casa, da chi si trova a dover, per qualsiasi ragione, suonare alla porta. Il problema che è insito però in questo tipo di architettura è abbastanza evidente: finché la superficie dell’abitazione è estremamente grande infatti, può anche avere senso il creare una stanza apposta per l’ingresso che esista solo a questo scopo, ma quando la casa possiede delle dimensioni per cui, quella stessa superficie, può essere più utile altrove, è senza dubbio meglio optare per una ottimizzazione dello spazio che consenta di utilizzare quell’area per ingrandire altri ambienti come ad esempio il soggiorno.

Al giorno d’oggi, la stragrande maggioranza delle abitazioni è dunque priva di ingresso, e questo crea un po’ il problema di dover in qualche modo sopperire a quella carenza di “filtro” che una stanza adibita appositamente a questo scopo era capace di possedere. Come si arreda quindi un Open Space quando vi è presente anche l’ingresso principale della casa? Beh, innanzitutto occorre definirlo come spazio. Se si va a rileggere il paragrafo di questo articolo riguardante l’architettura degli Open Space, si potrà appurare che esistono numerosi metodi per definire “architettonicamente” le zone funzionali degli Open Space. I principali sono considerati tendenzialmente due: la costruzione di quinte o pareti divisorie apposite e la creazioni di cambi di livello quali possono essere le pedane ed i ribassamenti dei soffitti.

Nel primo caso si tratta di separazioni verticali che possono avere le morfologie più svariate, dall’edificazione di vere e proprie pareti divisorie di larghezza limitata, alla costruzione di elementi mobili quali possono essere librerie o armadi bi-facciali, oppure semplicemente dei paraventi dalle fogge più disparate. Quando si opta per questa specifica soluzione, si ha di solito il problema di separare, soprattutto visivamente, il soggiorno da chi si affaccia all’ingresso senza entrarvi. Questa esigenza ha una motivazione abbastanza ovvia che è quella per cui si tende a preservare il più possibile l’intimità famigliare dagli occhi indiscreti. La separazione “verticale” funge dunque benissimo a questo scopo, perché è capace di limitare la vista dell’Open Space, quel tanto che basta da non creare impiccio all’ambiente stesso, pur mantenendo intatta la propria funzione. La sua realizzazione è di per se molto semplice e può essere ideata, anche successivamente alla costruzione dell’ambiente, tramite l’arredo. Come abbiamo detto, vi sono infatti numerose soluzioni che servono a risolvere questo problema: Se si desidera un “filtro” che non si presenti visivamente troppo ingombrante e chiuso, si può optare ad esempio per una libreria bifacciale, un paravento realizzato nei più disparati materiali, oppure un semplice elemento d’arredo verticale (come le grate in legno) che abbia solo una funzione puramente estetica. Nel caso si preferisca (o si abbia necessità) invece di un elemento d’arredo più separatore, si può decidere di allestire un armadio, magari bifacciale (nel caso non si abbiano pareti dove poggiarlo) che potrà risultare anche particolarmente utile per riporvi gli abiti di chi entra.

Nel caso invece non si voglia separare visivamente lo spazio ingresso dal resto dell’Open Space, si può decidere per effettuare dei cambi di livello “artificiali”. Questi non nascono infatti per separare visivamente l’ambiente, quanto quello di evidenziare delle superfici rispetto ad altre. Quando si adotta questo tipo di soluzione infatti, si tende a creare degli effetti ottici capaci di definire gli spazi: un ribassamento del soffitto, magari dotato di faretti incassati, se viene posto su di un ingresso, avrà l’indiscutibile vantaggio di separare, anche se solo esteticamente, quello spazio nonché di valorizzarlo in quanto elemento primario della costruzione.

Circa l’utilizzo di pedane artificiali, il discorso è un po’ diverso, non in quanto a funzione, ma in quanto alla frequenza in cui possono capitare casi in cui risulta più opportuna questo tipo di soluzione. La Pedana ha infatti spesso lo stesso identico scopo dei ribassamenti, cioè quello di evidenziare e valorizzare delle zone, ma il suo reale utilizzo è reso un po’ più complesso dalla scomodità che può essere insita nel superamento dello “scalino”. A differenza del ribassamento che sta in alto e con cui non si viene dunque mai in contatto, la pedana rappresenta un ingombro architettonico che è necessario superare fisicamente. Questo la rande adatta solo agli ambienti particolarmente ampi in cui, la presenza di una scalino, può essere tranquillamente superata senza creare nessun impiccio.

Con questo articolo abbiamo approfondito alcune importanti problematiche riguardanti un esempio di ambiente particolarmente moderno: il soggiorno Open Space. Questa serie di consigli però, pur se sono stati formulati con lo scopo di essere una fonte di informazioni per chi si accinge ad arredare la propria casa, non può sostituire l’apporto che un valido professionista dell’arredo può dare in questi casi. Per questo, prima di effettuare qualsiasi scelta, il migliore dei consigli che è possibile dare rimane quello di recarsi presso i punti vendita La Casa Moderna dove personale attento e preparato è in grado di personalizzare davvero al meglio ogni proposta d’arredo, per fare in modo che ogni ambiente Open Space sia davvero unico ed irripetibile.

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